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Contratti a confronto: con l’assunzione a tutele crescenti l’azienda risparmia

Contributi Inps azzerati per tre anni e un taglio del costo del lavoro che può arrivare a superare il 50% in caso di cumulo del bonus previsto dalla legge di Stabilità 2015 con altri incentivi per l’assunzione. Nella carta d’identità del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che sta per debuttare nel mercato del lavoro c’è una ricca quota di benefici diretti alle imprese che decidono in questi giorni i piani di recruiting da portare a compimento nel 2015.

Un confronto tra le formule contrattuali a disposizione del datore di lavoro, calcolando come varia il costo mensile per assumere un giovane di 25 anni come operaio metalmeccanico di terzo livello, con una ipotetica retribuzione lorda di 1.589 euro.
Col nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, l’azienda risparmia i 505 euro mensili (31,78% del compenso preso a modello) di contributi Inps per tre anni e il costo complessivo coincide con la retribuzione lorda. Più costoso il contratto da tempo determinato, dove gli oneri previdenziali corrisponderebbero a 527 euro, raggiungendo l’esborso mensile di 2.116 euro, come nel caso della somministrazione a termine, a cui si aggiunge il costo dell’agenzia per il lavoro. Anche nel caso della somministrazione a tempo indeterminato o staff leasing è previsto il costo dell’agenzia, però sono azzerati i contributi Inps per tre anni, che vanno versati, invece, per la collaborazione a progetto, contratto destinato a scomparire. L’apprendistato, infine, resta ancora la formula vincente, che costa il 9% in meno rispetto al contratto a tutele crescenti.

Da Il Sole 24 ORE del 2 Marzo 2015.