Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

Magnus Carlsen è campione del mondo. Gli scacchi nell’era degli algoritmi

Dopo le 12 patte in 12 incontri Magnus Carlsen si conferma per la terza volta campione mondiale di scacchi. Prevale nelle prime partite a tempo veloce (25 minuti). Il norvegese considerato il miglior scacchista del mondo nel gioco rapido e nelle partite lampo ha vinto su l’italo americano Fabiano Caruana. Era dai tempi dei cinque match consecutivi tra Garry Kasparov e Anatoly Karpov nella seconda metà degli anni Ottanta che non si verificava una situazione del genere.

Nell’infografica che segue sono riportati tutti i migliori punteggi annuali per quanto riguarda il sistema Elo dal 1971 al 2018.
Interagendo con la scacchiera è possibile scoprire il nome dello scacchista detentore del punteggio più alto, ed in aggiunta è rappresentato anche l’andamento temporale degli score comparato con l’avanzamento del livello degli algoritmi artificiali.

 

L’ascesa dei computer

Considerando che al momento il range tra i 2800 e i 2900 punti sembra essere il limite asintotico delle capacità umane, è curioso vedere invece come l’evoluzione degli algoritmi in tema di scacchi abbia radicalmente migliorato le prestazioni dei computer nel corso degli anni, per giunta in maniera molto aderente alle previsioni della legge di Moore con cui si ipotizzava un miglioramento lineare delle prestazioni dovuto all’aumentare “metodico” del numero di transistori in un determinato arco di tempo.

La scalata verso il raggiungimento delle abilità umane cominciata sul finire degli anni ’50 ha visto un progressivo aumento nei punteggi Elo delle soluzioni artificiali di circa 400 punti per ogni decade e, sul finire dello scorso millennio, è andata in scena la prima vera sfida tra uomo e macchina quando nel 1996 Garry Kasparov venne sfidato a misurarsi contro Deep Blue progettato da IBM.

Nel primo duello fu l’allora campione del mondo in carica ad avere la meglio, ma già soltanto l’anno seguente, a fronte di qualche modifica software, fu Deep Blue ad aggiudicarsi la vittoria sul gran maestro russo.

Con il progressivo miglioramento sia dell’hardware sia della parte algoritmica sul fronte del software, sin dai primi anni del nuovo millennio è apparso evidente come i punteggi Elo registrati dai computer fossero nettamente superiori alle facoltà umane, assestandosi in prossimità dei 3000 punti (2988 nel 2005), ben cento punti al di sopra del massimo valore attribuito ad un giocatore in carne ed ossa.

Attualmente la palma di miglior chess-engine è da attribuire a Stockfish 9, software open source disponibile per diverse piattaforme, che con i suoi 3438 si piazza davanti sia a Komodo 11 (3404) sia a Houdini 6 (3400), vale a dire gli unici altri due programmi in grado di sfondare il muro dei 3400 punti.