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economia

Turismo: ecco quanto e dove cresce di più Airbnb in Italia

Non è vero che l’attività di host su Airbnb è occasionale. E non è vero che la piattaforma cresce in quelle zone dove è carente l’offerta turistica tradizionale. L’affondo verso il colosso dell’hospitality fondato nell’ottobre di undici anni fa a San Francisco arriva da Federalberghi (sul Sole24Ore di domani un approfondimento sulle critiche mosse dall’associazione guidata da Bernabò Bocca).

 Il punto, al netto della polemica e dei legittimi interessi di categoria, è che per muovere queste accuse Federalberghi si basa su dei dati, estratti dalla piattaforma americana. Dati che sono stati forniti in anteprima ad Infodata, che ha quindi potuto realizzare una serie di infografiche. La prima rappresenta, molto banalmente, tutti gli alloggi che è possibile affittare su Airbnb.

Di default la mappa mostra la situazione a Venezia, città che qualche dissapore con Airbnb l’ha avuto. Nascosto tra i puntini che rappresentano gli alloggi si intravede la forma del Canal Grande. Utilizzando i filtri ‘Regione’, ‘Provincia’ e ‘Comune’ è possibile visualizzare la situazione nel resto del Paese. La gradazione di colore dei punti indica il numero di notti l’anno nelle quali sono affittabili. Più un punto è scuro, maggiore è il periodo dell’anno nel quale il proprietario lo rende disponibile ai turisti.

I numeri estratti da Federalberghi dicono che più di 80mila alloggi, su un totale che sfiora i 400mila, è affittabile per almeno 350 notti l’anno. Uno su cinque, a spanne. Perché è importante questo elemento? Perché, questo il ragionamento, più sono le notti di disponibilità di un alloggio, più quella di affittare appartamenti su Airbnb diventa un’attività dai confini professionali. A questo proposito, Infodata aveva già avuto modo di scrivere che sulla piattaforma ci sono operatori che gestiscono grandi quantità di alloggi. Tornando al numero di notti per i quali questi ultimi sono affittabili, ecco la situazione, sempre per quanto riguarda Venezia:

Anche in questo caso, l’utilizzo dei filtri permette di visualizzare la situazione in altri comuni italiani. Restando al caso veneziano, si nota come la maggior parte degli alloggi disponibili siano in affitto per periodi superiori alle 300 notti l’anno. Il che significa che si tratta di appartamenti sfitti, che i proprietari preferiscono mettere a disposizione dei turisti piuttosto che dei loro concittadini. Facendo così, è ovvio, concorrenza agli associati di Federalberghi.

Se ci si sposta, utilizzando i filtri, su Roma, si scopre che la situazione è ancora più sbilanciata verso gli alloggi disponibili 365 giorni l’anno. Sono più di 4.500 le realtà presenti nella capitale che hanno una ricettività di fatto paragonabile a quella degli alberghi. A Firenze la coorte più numerosa è tra le stanze libere per meno di dieci giorni l’anno. Ma anche qui, all’aumentare delle notti affittabili, aumenta anche il numero di alloggi disponibili.

 E del resto la Toscana è una delle regioni d’Italia in cui questa piattaforma si è diffusa maggiormente. Per cercare di misurare questo tipo di fenomeno, Infodata ha calcolato il tasso di posti letto disponibili ogni 100 abitanti. A livello nazionale, la media è di 1,98. Il che significa che ogni cento italiani ci sono due letti disponibili su Airbnb. Uno ogni cinquanta, se si preferisce. La mappa mostra il dettaglio nei singoli comuni.

Le zone colorare di blu sono quelle nelle quali il tasso di penetrazione di Airbnb è inferiore a quello medio nazionale. Quelle che tendono all’arancione sono invece quelle zone nelle quali i letti disponibili ogni 100 abitanti superano il dato italiano. E, come si può osservare, la Toscana è pressochè interamente, fatta salva qualche eccezione, terra di conquista per Airbnb. Lo stesso discorso vale per la Valle d’Aosta. Ma anche in generale per le zone costiere, alcune valli dolomitiche, il lago di Garda. E, più a Sud, il Salento. Tutte aree nelle quali la diffusione di Airbnb è superiore rispetto alla media nazionale. Tutte zone che dovrebbero avere già una consistente offerta turistica, alla quale questi alloggi finiscono per fare concorrenza. Circostanza che difficilmente farà piacere agli associati di Federalberghi.