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politica

Chi ha opinioni populiste crede meno nei giornali e nelle tv

Non è l’appartenenza alle categorie della sinistra o della destra a definire il nostra fiducia nei confronti dei mezzi di informazione. Ma le nostre opinioni populiste. L’ultimo sondaggio di Pew Research mette in correlazione la poca fiducia nei mass media con l’espressione di idee populiste. In quasi tutti gli otto paesi europei presi in esame in questo sondaggio, si legge nel sito, coloro che detengono opinioni populiste danno anche alle notizie i voti più bassi per la copertura di questioni importanti, come l’immigrazione, l’economia e il crimine. Lo studio rileva inoltre che l’atteggiamento nei confronti dei mezzi di informazione varia a secondo delle aree regionali. In generale, gli europei nei paesi meridionali (Francia, Italia e Spagna) e quelli nel Regno Unito sono più scettici nei confronti dei mezzi di informazione rispetto ai Paesi del Nord Europa.

 

Qui trovate in inglese i risultati del sondaggio navigabili. Dato è espresso in percentuale sulla popolazione che si dice soddisfatta della copertura dei media in determinate situazioni.

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Lo studio però ha sopratutto il merito di contribuire a precisare quello che intendiamo per populismo. Come si legge nell’appendice C per valutare l’impatto delle opinioni populiste sugli atteggiamenti nei confronti dei mezzi d’informazione, l’indagine si è concentrata sulla misurazione delle componenti principali del populismo. Gli studi accademici sul populismo identificano coerentemente alcune idee chiave come alla base del concetto: (1) la volontà popolare è la principale fonte di legittimità del governo, (2) “il popolo” e “l’élite” sono due gruppi omogenei e antagonisti, e ( 3) “il popolo” è buono, mentre “l’élite” è corrotta  (Stanley, 2011; Akkerman, Mudde, & Zaslove, 2014; Schulz et al., 2017).

La misura del populismo utilizzata in questo sondaggio si basa sulle risposte degli intervistati a due domande: 1) le persone comuni farebbero un lavoro migliore / non risolveranno meglio i problemi del paese rispetto ai funzionari eletti e 2) i funzionari più eletti si prenderanno cura / non si preoccupano cosa pensano le persone come me. Entrambe le misure hanno lo scopo di catturare le idee fondamentali che il governo dovrebbe riflettere la volontà del “popolo” e che le “élite” sono un gruppo antagonistico che non è in contatto con le richieste del “popolo”.La seconda misura è un tradizionale domanda posta periodicamente su sondaggi politici per misurare l’efficacia e l’insoddisfazione nei confronti della reattività del governo. Questa misura, o simili, sono usate da studiosi che studiano il populismo per catturare atteggiamenti su una relazione antagonistica tra le élite e le persone (Stanley, 2011; Spruyt et al., 2016; Schulz et al., 2017). Appare quindi chiaro che il concetto di populismo è più un tratto sociale che un atteggiamento da attribuire a un partito politico. Lascio al lettore decidere se il movimento Cinque Stelle rientri o meno in questa classificazione. Di certo però il populismo si sta configurano in questi anni sempre di più come un antico stato dell’anima.  Una postura senza tempo verso chi ha governato. Da qui forse la sfiducia verso che fa informazione.