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Startup: i dieci numeri (e i dieci grafici) che raccontano il 2017

A esattamente cinque anni dal lancio della politica nazionale per le startup innovative – e a due dal varo dell’analoga iniziativa in favore delle PMI innovative – l’impatto prodotto sull’ecosistema italiano dell’innovazione può essere ben rappresentato da questi 1o dati chiave.  A tirare le somme è il ministero dello Sviluppo economico, che stima in “quasi 8 mila” le realtà che hanno beneficiato delle misure di agevolazione previste. Milano è senz’altro il centro del fenomeno: da sola ne raccoglie oltre mille (il 14% di tutte le startup italiane).

 

1 – Ottomila imprese iscritte nel Registro speciale

Le startup e le Pmi innovative registrate nella sezione speciale del Registro delle Imprese tenuto dal Mise in collaborazione con le Camere di Commercio sono poco meno di 8mila, oltre il doppio rispetto alla popolazione rilevata due anni fa. Di queste 7.398 sono startup e 565 sono piccole e medie imprese (il cui numero è quasi triplicato in dodici mesi). La media mensile delle nuove iscrizioni per le startup innovative è passata da 161 nel 2015 a 183 nel 2016, per raggiungere quota 253 nei primi sei mesi del 2017. Il record assoluto di iscrizioni si è raggiunto a marzo 2017, con 282 nuove startup registrate.

 

2 – Almeno una startup in ogni provincia italiana

C’è almeno una startup innovativa in ogni provincia del Paese e in circa 1.500 comuni italiani. Nel solo comune di Milano sono localizzate 1.028 nuove imprese, vale a dire il 60% di tutte le startup della Lombardia e il 14% di quelle italiane. La più elevata incidenza di startup sul totale delle imprese attive si registra nelle province di Ascoli Piceno e Trieste.

 

3 – Valore della produzione oltre i due miliardi di euro

Il valore della produzione (fatturato) cumulativamente espresso dalle oltre ottomila imprese innovative italiane ha superato nel 2016 i due miliardi di euro. Le startup iscrittesi nel Registro nel 2015 hanno in media raddoppiato il loro fatturato l’anno successivo; quelle entrate nel 2013 e nel 2014 lo hanno triplicato.

 

4 – Il fatturato medio delle startup è salito a 208mila euro

Le circa 2.900 startup innovative per le quali sono disponibili i bilanci sia per il 2015 che per il 2016 hanno registrato una crescita del fatturato complessivo superiore all’81%; il fatturato medio per startup innovativa è cresciuto in media di quasi 100mila euro in un anno, passando da 115mila euro a 208mila euro. Quattro Pmi innovative su 10 hanno registrato nel 2016 ricavi superiori a un milione di euro.

 

 

 

5 – Solo una trentina le scale up. La mortalità rimane limitata

Le ex startup innovative (ora scale up) che hanno superato la soglia dei cinque milioni di euro di fatturato annuo sono 27 e hanno espresso nel 2016 un valore aggregato della produzione di 230 milioni di euro.

Il tasso di sopravvivenza delle startup innovative rimane molto elevato a livello di intero ecosistema: ad oggi solo il 6% delle startup innovative costituite nel 2014, e il 10% di quelle iscritte prima del 2013, ha cessato la propria attività;

 

6 – Oltre 46mila fra soci e dipendenti. Metà delle quote di capitale è in mano a persone giuridiche

La forza lavoro complessiva impiegata da startup e Pmi innovative è pari a 46.107 persone tra soci e dipendenti. Dal conteggio sono esclusi i lavoratori parasubordinati e con partita Iva. Il 40% del capitale sociale delle prime e quasi il 60% di quello delle seconde è detenuto da persone giuridiche (altre imprese, fondi d’investimento, università…); il 21,5% delle startup ha in maggioranza soci under-35, percentuale più che tripla rispetto alle altre società di capitali (6,7%).

 

7 – Crediti bancari alle imprese innovative per circa 500 milioni di euro

Con l’intervento del Fondo di Garanzia per le Pmi sono stati erogati finanziamenti bancari per 477 milioni di euro in quattro anni (la metà solo negli ultimi 12 mesi) in favore delle startup innovative, e per quasi 26 milioni verso le piccole e medie imprese. Il tasso di sofferenza dei prestiti a startup innovative garantiti dal Fondo è dello 0,9%, sensibilmente più basso di quello registrato dalle altre imprese di nuova o recente costituzione.

 

8 – Oltre 80 milioni di investimenti in equity nelle startup

Nel 2015 gli investimenti in equity in startup, agevolati dagli incentivi fiscali previsti dallo Startup Act, hanno toccato quota 83 milioni di euro, per un aumento del 64% rispetto al 2014. Le startup innovative investono molto di più delle altre imprese, specialmente in asset immateriali: il loro tasso di immobilizzazioni sull’attivo patrimoniale netto (mediamente pari al 25%) è di otto volte superiore rispetto a quello di tutte le società di capitali italiane.

 

9 – Raccolti 12,5 milioni con l’equity crowdfunding

Le startup e le Pmi innovative che hanno fatto ricorso all’equity crowdfunding hanno raccolto in tutto 12,5 milioni di euro, cifra che supera di tre volte il dato registrato solo un anno e mezzo fa. Le campagne concluse sono 109, più della metà delle quali (59) è stata avviata negli ultimi 12 mesi.

 

10 – Oltre 250 candidature dall’estero per creare una startup in Italia

Il programma Italia Startup Visa, che dal 2014 ha semplificato la procedura di concessione dei visti d’ingresso per cittadini non Ue che intendono avviare una startup in Italia, ha fatto registrare oltre 250 candidature da 34 Paesi, la metà delle quali giunte solo nel corso 2017. Oltre 150 cittadini extraeuropei hanno ottenuto il nulla osta al visto per lavoro autonomo.

 

Nel dossier del ministero è riportata anche la premessa del ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, alla relazione annuale sul settore. Calenda, evidenziando i risultati raggiunti, mette in guardia: “se il mercato del venture capital italiano non cambia passo c’è il rischio però che tante startup innovative nate negli ultimi anni siano destinate a frenare il loro percorso di sviluppo o a proseguito all’estero”. Secondo il ministro “questa sarebbe una grave perdita per la competitività italiana e non possiamo permettercelo. Qui trovate le slide del ministero. 

Ultimi commenti
  • manuel sammartino |

    Si potrebbe avere un dato delle startup nel mondo.. ad esempio in Italia siamo arrivati + 10k in Francia ecc?

  • manuel sammartino |

    Si potrebbe avere un dato delle startup nel mondo.. ad esempio in Italia siamo arrivati + 10k in Francia ecc?

  • MARANDOLA LORENZO |

    Grande iniziativa, ma credo che si debba aprire immediatamente al finanziamento delle imprese da rilevare che diversamente chiudono lasciando cadere eccellenze che difficilmente si ripeteranno, non solo nel campo artigianale ma anche commerciale. Molte volte si tratta di piccole aziende tradizionali, non innovative, ma che fanno parte del tessuto economico sparso sul territorio che non trovano il ricambio gestionale, perché chi potrebbe gestirle non ha neanche un piccolo capitale per iniziarsi o per rilevare l’azienda. Sarebbe bene studiare il modo per finanziare l’acquisizione dell’azienda e magari anche solo la buona uscita che non è un bene fittizio ma reale. Molte volte, la posizione territoriale di un’azienda è una garanzia per il successo anche quando si cambia attività e quando l’attività continua la garanzia è rappresentata anche dalla clientela acquisita magari in anni di lavoro.
    Si potrebbe anche prevedere, considerata l’esistenza magari da anni dell’attività, una valutazione preventiva con disponibilità di finanziamento da parte dell’ente da presentare al compratore che se vorrà potrà usufruirne, ovviamente se ritenuto affidabile.
    Credo che moltissime aziende continuerebbero a vivere evitando la desertificazione.

  • MARANDOLA LORENZO |

    Grande iniziativa, ma credo che si debba aprire immediatamente al finanziamento delle imprese da rilevare che diversamente chiudono lasciando cadere eccellenze che difficilmente si ripeteranno, non solo nel campo artigianale ma anche commerciale. Molte volte si tratta di piccole aziende tradizionali, non innovative, ma che fanno parte del tessuto economico sparso sul territorio che non trovano il ricambio gestionale, perché chi potrebbe gestirle non ha neanche un piccolo capitale per iniziarsi o per rilevare l’azienda. Sarebbe bene studiare il modo per finanziare l’acquisizione dell’azienda e magari anche solo la buona uscita che non è un bene fittizio ma reale. Molte volte, la posizione territoriale di un’azienda è una garanzia per il successo anche quando si cambia attività e quando l’attività continua la garanzia è rappresentata anche dalla clientela acquisita magari in anni di lavoro.
    Si potrebbe anche prevedere, considerata l’esistenza magari da anni dell’attività, una valutazione preventiva con disponibilità di finanziamento da parte dell’ente da presentare al compratore che se vorrà potrà usufruirne, ovviamente se ritenuto affidabile.
    Credo che moltissime aziende continuerebbero a vivere evitando la desertificazione.

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