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Chi si appassiona alla politica in Italia? La mappa dell’attivismo

I più interessati ai dibattiti politici sono gli abruzzesi, i più presenti ai comizi i lucani, quelli che ne discutono di più sono i veneti. Mentre a donare soldi ai partiti sono soprattutto trentini e valdostani. Ecco la mappa dell’attivismo politico degli italiani, costruita a partire da dati raccolti dall’Istat e “disegnata” dall’ufficio studi taliani.Coop, che proprio oggi ha pubblicato questa infografica:

 

 

La mappa nella parte superiore ordina le regioni italiane sulla base della percentuale di cittadini che prendono parte ad attività di natura politica. Per selezionare queste ultime, è possibile utilizzare il filtro posto sopra le Alpi. È inoltre possibile confrontare la situazione attuale con quella del 2006, anno dell’ultimo rilevamento dell’istituto nazionale di statistica sul rapporto tra italiani e politica, osservando la seconda parte dell’infografica. In questo caso i filtri consentono di selezionare una singola regione.

 

Rimanendo al presente, la mappa indica come il 24% dei cittadini abruzzesi ascolti dibattiti politici. Una scelta condivisa invece solo dal 14,3% dei campani, all’ultimo posto della classifica. Come detto, sono i veneti quelli che maggiormente discutono di politica. L’11,6%, quindi oltre uno su dieci, lo fa tutti i giorni. Mentre sono sempre gli abitanti della Campania a fare da fanalino di coda, con appena il 6,8% che quotidianamente commenta quello che succede in Parlamento. Quando invece c’è da scendere in piazza per ascoltare un comizio, il primato va alla Basilicata: l’11% dei lucani partecipa agli eventi legati alla campagna elettorale. Questa volta, però, l’ultimo posto tocca al Piemonte: solo l’1,7% di chi vive in questa regione ascolta i candidati presentare il proprio programma.

 

Dopo l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e l’introduzione del 2xmille, una delle modalità in cui si declina l’attivismo politico è quello di effettuare una donazione in denaro. Certo, non sono molti a farlo: a livello nazionale si parla dell’1,5% della popolazione. In altre parole, un cittadino su sessanta mette mano al portafoglio per finanziare un partito. Dieci anni fa, quando le segreterie potevano contare sui rimborsi elettorali, una percentuale doppia di italiani effettuava delle donazioni. Un altro segnale, questo, della sempre maggior disaffezione nei confronti dei partiti.

 

Interessante inoltre notare come le due regioni in cui è più alta la percentuale di chi dona soldi alla politica siano il Trentino Alto-Adige (4,4%) e la Valle d’Aosta (3%). Ovvero due regioni autonome in cui sono presenti anche due formazioni politiche regionali, rispettivamente il Südtiroler Volkspartei e l’Union Valdôtaine. E chissà che non siano proprio questi due movimenti a drenare la maggior parte delle donazioni dei cittadini trentini e valdostani.

 

Ultima annotazione quella sulla militanza. Ovvero sullo svolgere attività gratuita all’interno di un partito. Dieci anni fa l’1,4% degli italiani era impegnato in questo senso. Nel 2016 si è scesi allo 0,8%. Un declino che nemmeno la nascita di una nuova forza come il Movimento 5 Stelle ha saputo arginare.