Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
norme

Voluntary, ecco gli ottantotto Paesi in rete per la trasparenza

Questi sono i Paesi che hanno un accordo operativo con l’Italia per lo scambio di informazioni. Ogni amministrazione finanziaria dialoga con le altre in via bilaterale. Questa scelta ha avuto un’implicazione rilevante: anche se i Paesi che aderiscono al Crs sono ormai quasi 100, gli scambi non riguardano tutti i Paesi, ma solo quelli che hanno attivato, su base bilaterale, una relazione. In particolare, per l’Italia ciò significa che arriveranno segnalazioni da 88 Paesi: 27 sono i Paesi Ue, tenuti a ciò dalla direttiva 2014/107 (Dac2, che ha modificato la direttiva sulla cooperazione amministrativa); cinque sono i Paesi che hanno uno specifico accordo con la Ue, basato sulla Dac2; gli altri segnaleranno sulla base del Crs. Insomma, i detentori di capitali in questi Paesi debbono iniziare a considerare che la disclosure colpirà, da quest’anno o dal prossimo, anche i loro conti. Saranno oggetto di comunicazione, infatti, i dati relativi a conti detenuti da persone fisiche o da altre entità non finanziarie, per le quali, in alcuni casi, dovrà essere specificato chi è il titolare effettivo del conto; non sono mai oggetto di comunicazione, invece, i dati relativi ai conti detenuti da intermediari finanziari, società quotate e società diverse da quelle che detengono per la maggior parte attività che forniscono passive income (dividendi, interessi eccetera).

Articoli sul Sole 24 Ore del 26 luglio 2017