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cronaca

Il cibo in Italia costa il 13% in più. Scopri dove si spende meno in Europa

In Italia si sa il cibo è buono, anzi è buonissimo ma non si capisce perché costi il 13% in più che nel resto d’Europa. Internet, servizi postali e telefoni addirittura il 20% in più (alla faccia del digital divide che lotta e prospera allegramente). I trasporti pubblici, invece, che non sono una eccellenza che ci invidia l’Europa hanno un prezzo inferiore di un terzo rispetto alla media europea.
Se pensiamo che ci sia andata male provate a comprare un giornale, o visitare una mostra o compare un pacchetto vacanze in Islanda. Pagherete il 58%. E anche in fatto di scarpe e vestiti gli islandesi costano più degli altri Paesi. Poi se volete andare al ristorante in Bulgaria pagherete un quarto del conto della Svizzera che in assoluto ha i prezzi più alti d’Europa.
Sono alcune delle conclusioni a cui possiamo arrivare analizzando i livelli di prezzo al consumo pubblicato da Eurostat.

L’Istituto di statistica europeo per facilitare la nostra percezione del potere d’acquisto nei vari Paesi ha realizzato questo tool interattivo che confronta i prezzi di determinate famiglie di prodotti e servizi analizzando quanto di discostano in termini percentuali dalla media europea. Inserendo quindi il Paese che ci incuriosisce di più si può scoprire quanto siamo più economici (o più cari) rispetto al resto del Vecchio Continente. Partendo da un valore di riferimento europeo (fissato a 100 per l’Ue), si mostra come tale indice aumenti o diminuisca a seconda del posto in cui si acquista quel paniere

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Per lo shopping evitate la Danimarca. Se volete una un paio di scarpe o una maglietta è meglio visitare gli stessi negozi in Bulgaria, Romania o Repubblica Ceca. Per cui per le comunicazioni (connessione internet, telefonia, servizi postali) si spende di più in Grecia (139.2) e di meno in Lituania (49.7). I paesi dell’Est (Polonia, Romania, Estonia) quelli dove si paga meno. Guai pensare alla casa di proprietà in Gran Bretagna. Il Regno Unito è il paese più costoso per l’alloggio ma anche acqua, energia elettrica e carburante (60% in più rispetto alla media dell’Ue) non sono a buon mercato mentre il Lussemburgo è stato il più costoso per i mobili (il 22% è superiore alla media dell’UE). Gli elettrodomestici? Meglio andare a prenderli in Polonia (25% inferiore alla media dell’Ue) mentre a Malta sono un lusso (32% in più rispetto alla media dell’Ue). Ma andiamo avanti: muoversi con i mezzi pubblici a Londra, Helsinki o Berlino è più costoso, molto più costoso di Bucarest, Sofia o Bratislava. Quanto a noi, l’Italia tutto sommato è nella media. Tutto sommato.

Ultimi commenti
  • ROBERTA |

    Mi dispiace ma non condivido questo articolo io che ci sono andata in molti paesi ho preso i mezzi pubblici ho fatto la spese ma le cose non stanno proprio cosi’

  • Emanuele |

    Tutti quelli che hanno commentato, non hanno chiaro cosa significa a partita di potere di acquisto. Per Gilberto, da quanto in qua L a qualità della vita dovrebbe essere misurata con i prezzi dei prodotti? Fenomeni curiosi. Casomai è correlata al prezzo dei beni, infatti servizi sanitari educativi ambientali sociali ecc hanno una relazione positiva con il reddito per pagarli e se questo è alto anche i prezzi saranno tendenzialmente più alti.

  • corami gilberto |

    Cosi come viene presentata la situazione non ha nessun senso,da sempre in economia è stato difficile valutare il costo monetario della vita.Il sistema più usato ,anche se non molto preciso,il tempo di lavoro necessario per procurasi un bene e da questo determinare il costo vita,ma anche qui ci scontriamo sul concetto di beni necessari per la vita.Pensiamo alla enorme differenza di qualità di vita tra un paese od un altro.

  • silvio |

    per fortuna che è così avete presente la qualità media del cibo che mangiano negli altri paesi europei ? mi sfugge il meccanismo di confronto paragoniamo i pomodori olandesi con quelli siciliani ? la cipolla di tropea con quella cinese ? forse se dessimo più spazio ai mercati a kmO, e non solo una volta la settimana, avremmo cibo migliore a un prezzo ancora più competitivo

  • Carlo |

    Avere prezzi da media europea e stipendi più bassi o penultimi dei vecchi 13 Stati originari, non c’è da gioire. Inoltre ora sbarcano dall’Africa gli “operai-low cost” presto altri tagli agli stipendi italiani. Solo Confindustria è felice.

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