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finanza

Chi sono i 200 Ceo più pagati al mondo? E perché negli Usa vincono le donne

Le donne guadagnano in media più degli uomini se arrivano a ricoprire il ruolo di ceo nelle grandi corporate americane. Ma ci sono due precisazioni: se arrivano, visto che sono solo il 6% degli amministratori delegati delle società dello Standard & Poor’s 500.  E in secondo luogo, guadagnano di più se si tiene conto della media non certo delle singole remunerazioni. La manager che ha incassato lo stipendio (+ bonus e benefit vari) più alto è Virginia Rometty, Ceo di Ibm, con 32,3 milioni di dollari, ben il 63% di quanto guadagnato l’anno precedente grazie soprattutto a 12,1 milioni di stock option. Rometty resta comunque a un terzo della remunerazione dell’uomo più pagato: Thomas Rutledge di Charter Communications con 98 milioni di dollari. Una vittoria di Pirro quindi per le manager. Il dato relativo alla remunerazione dei Ceo (11,4 milioni) risulta più basso di quello delle colleghe (13,1 milioni) probabilmente perché gli uomini sono più numerosi (325 su un panel di 346) e quindi ricoprono incarichi di disparate remunerazioni. Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno per le donne, si può dire però che sono poche ma ricoprono tutti ruoli in società di un certo rilievo e quindi hanno in media salari più alti. Accontentiamoci di questo. Per ora. Qui l’articolo sul .com

 

Questa è la fonte della classifica L’Info Data consente di cercare il Ceo per nome. I dati sono in milioni di dollari

 

 

Ultimi commenti
  • rzv |

    Sono totalmente d’accordo con Pasquale. Non se ne può più di questo piangisteo vittimista, totalmente falso.

    Il fatto che a parità di competenze, funzioni e inquadramenti, le donne guadagnino in media tra il 12 e il 25% in meno rispetto agli uomini, è una leggenda. Se così fosse, i datori di lavoro avrebbero convenienza ad assumere solo donne, o no? Per risparmiare sul costo del lavoro, mantenendo lo stesso livello di produttività.

    Quello che è vero è che le donne guadagnano COMPLESSIVAMENTE meno degli uomini: se si considerano in aggregato i redditi di uomini e donne si scopre che per ogni 100 euro guadagnati da un uomo una donna ne guadagna 83,5 (dati Unione Europea, 2015).

    Questa differenza è giustificata dalle DIVERSE SCELTE che uomini e donne effettuano, in termini di formazione, di carriera, di mansioni, e di stili di vita.

  • mario civolin |

    e se fosse che semplicemente quelle donne sono piu’ raccomandate di altri, non perché piu’ intelligenti ma semplicemente piu’ servili di quegli uomini che erano al comando prima? piu’ in alto vai e piu’ sei venduto!

  • Monica D'Ascenzo |

    Gentile Pasquale, credo di poter dedurre dal suo messaggio che lei ritiene equamente distribuite (fra uomini e donne) intelligenza, capacità, competenze ed esperienze. Partiamo quindi da questo presupposto: esiste un ugual numero di inetti e di capaci fra uomini e donne (che nella popolazione mondiale si equivalgono come numero). Se andiamo a vedere la rappresentanza in posti di comando, però, la prevalenza maschile è preponderante. Lei mi potrà obiettare: vuol dire che gli uomini sono più capaci e meritano di salire in posizioni di comando. Il che però contraddirebbe l’assunto da cui siamo partiti. Ma facciamo pure come se così fosse. Andiamo alle retribuzioni: esistono differenze di retribuzioni A PARITA’ DI COMPETENZE, FUNZIONI, INQUADRAMENTTI fra uomini e donne. Le seconde guadagnano in media tra il 12 e il 25% in meno. Anche qui, lei potrà dirmi che gli uomini si meritano di guadagnare di più, ma anche in questo caso andremmo contro il presupposto da cui siamo partiti. Certo è facile liquidare la questione come una fissa delle vetero-femministe, ma ahimè dovrebbe in questo caso mettere nel novero delle vetero-femministe anche la Casa Bianca, che ha lanciato l’Equal Pay Pledge a cui hanno aderito oltre 100 delle maggiori aziende americane, anche loro tutte vetero-femministe evidentemente . Non solo: è assolutamente femminista anche l’Unione Europea che ha diverse iniziative a riguardo e un sito dedicato. E nel gruppo delle “retrograde” non vogliamo poi mettere l’Ocse, che perde tempo a studiare l’evoluzione del falso (a suo giudizio) problema? E quegli sprovveduti del Fondo Monetario Internazionale che stimano addirittura una crescita dell’economia se ci fosse parità salariale.
    Purtroppo il sistema non mi fa mettere tutti i link ai documenti originali, che se vuole posso inviarle via email.
    Caro Pasquale, le opinioni sono una bella cosa e leggere le sue è stato interessante. Mi perdoni ma i miei riferimenti restano altri, che si basano su ricerche, studi, statistiche. Non se ne abbia a male. Sarà per la prossima volta.
    Monica

  • Pasquale |

    Ma possibile che per ogni notizia bisogna fare un discorso ghettizzante dove la donna si diventa simile al panda cinese da proteggere a prescindere e tutelare a priori?
    Non è magari possibile che le manager da lei citate guadagnino di più semplicemente perchè sono più brave dei loro colleghi e, magari, il più pagato in assoluto (“mischino, è un maledetto maschio”) abbia quello stipendio perchè è IL PIU’ bravo? A prescindere dalla finta questione sessista che oramai è solo l’ossessione atavica delle femministe di antica concezione.
    Che noia…. ancora siete ferme a contare quante donne sono al comando, ma a chi interessa veramente? Quello che conta davvero è quanto è capace nel suo lavoro il singolo individuo, il sesso degli angeli ormai non interessa più a nessuno.
    Si svegli, non siete più il sesso debole, il mondo ha fatto progressi, ma lei (e quelle come lei) è ancora ferma alla preistoria.

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