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La mappa del doping: nel 2015 peggio dell’Italia solo la Russia

Peggio di noi solo la Russia. La questione riguarda gli sportivi disonesti, quelli che pur di vincere non esitano a far ricorso a sostanze proibite. Nel 2015 sono stati 129 gli atleti azzurri “beccati” ad un controllo anti-doping. Risultato che ci pone sul secondo gradino del podio più infame. Medaglia d’oro alla Federazione russa con 176 “sportivi” che hanno infranto le regole. Gli sport messi peggio? Il sollevamento pesi e il culturismo. Ma anche ciclismo, atletica e calcio. Senza contare che c’è chi si dopa persino per giocare a bocce.

I numeri che permettono di costruire la mappa mondiale del doping sono contenuti all’interno dell’Antidoping rules violation report realizzato dalla Wada. Ovvero la World anti-doping agency. Infodata ha riassunto i dati raccolti in questa infografica:

Come si vede dalla mappa, più il colore vira dal giallo al rosso maggiore è il numero dei casi di doping registrati, è la Russia la nazione dove il doping è più diffuso. O dove i controlli della Wada hanno colto in fallo il maggior numero di atleti. Quindi tocca agli affiliati al Comitato olimpico nazionale italiano (129), poi è la volta dell’India con 117 sportivi positivi agli esami delle urine o del sangue. Quarta piazza per la Francia (84), quinta per il Belgio (67).

I filtri sopra la mappa consentono di scegliere tra uomini e donne (in alcuni casi il genere dell’atleta positivo non era indicato). E scoprire che sono i primi a doparsi di più. Oppure concentrarsi su una singola disciplina. Ad esempio il ciclismo, attività che negli anni ha visto associato il propri nome alle sostanze proibite. In questo caso il primato è tutto italiano, con 50 atleti trovati positivi ai controlli nel 2015.

La mappa del doping consente anche di capire dove è più forte la passione per uno sport. Certo, in una maniera che viola ogni regola della sana competizione. Se ad esempio si setta il filtro ‘Disciplina’ sul calcio, si scopre che è il Brasile la nazione in cui più calciatori si sono dopati nel 2015. Titolo del quale la nazione cinque volte campione del mondo avrebbe sicuramente fatto volentieri a meno.

Come detto, però, c’è anche chi si dopa per partecipare a discipline nelle quali non ci si aspetterebbe di trovare atleti positivi ai controlli. Ad esempio, le bocce. Eppure nel 2015 quattro persone sono state colti in fallo: due in Francia, una ciascuno in Corea del Sud e Thailandia. Stesso destino anche per uno scacchista spagnolo, che tra cavalli e alfieri ha trovato posto anche per le fiale di sostanze proibite.

La seconda parte dell’infografica è invece pensata per permettere di vedere, all’interno di ogni singolo Paese, quanti sono gli atleti positivi per singola disciplina. Di default il filtro è impostato sull’Italia: il dato maggiore riguarda i ciclisti, con 50 casi su 129 totali. Come a dire che, degli sportivi italiani disonesti colti in fallo nel 2015, due su cinque correvano in bicicletta. Ma ci sono anche 9 calciatori e altrettanti culturisti, sette persone che praticano sport acquatici e sei pugili.

Se invece si posiziona il filtro su ‘All’ si vede quali siano, a livello globale, le discipline in cui è stato maggiore il numero di atleti positivi. In testa, come detto, il sollevamento pesi (349 casi), quindi il culturismo (270) e l’atletica (239). Al quarto posto il ciclismo con 200, quindi il calcio con 108. Sono questi gli sport che si aggiudicano la poco ambita medaglia del doping per il 2015.