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cronaca

I bandi di Trump servono per combattere il terrorismo?

Donald Trump ha messo al bando tablet e computer portatili. Più precisamente solo quelli trasportati sugli aerei provenienti da alcuni paesi africani e del Medio Oriente. Da fine marzo, infatti, tutti i passeggeri che viaggiano a bordo di voli provenienti da 8 paesi a maggioranza islamica e diretti verso gli Stati Uniti potranno portare in cabina solo il proprio telefono cellulare. Gli altri dispositivi elettronici, a partire da computer e tablet, potranno trovare un posto solo nella stiva.

Electronic Ban

La disposizione è stata emanata dalla Homeland Security e coinvolgerà, come detto, otto paesi: Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Turchia, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi e Marocco. Sono invece nove le compagnie aeree interessate: Royal Jordanian, EgyptAir, Turkish Airlines, Saudi Airlines, Kuwait Airways, Royal Air Maroc, Qatar Airways, Emirates ed Etihad Airways. In totale circa cinquanta voli giornalieri verso gli Stati Uniti, in partenza dagli aeroporti di Amman, Il Cairo, Istanbul, Gedda, Ryad, Kuwait City, Doha, Dubaï, Abu Dhabi e Casablanca. Quello che è stato immediatamente ribattezzato Electronic Ban, secondo il Dipartimento di Stato Americano, non è dovuto a specifiche minacce, ma è finalizzato a colmare falle di sicurezza negli aeroporti interessati.

L’Electronic Ban è solo l’ultima delle disposizioni della giovane Amministrazione Trump.

Immigration Ban

L’ordine esecutivo è stato firmato in gennaio da Donald Trump. La motivazione citata era la “protezione della nazione contro l’ingresso di terroristi stranieri”. Il decreto vieta l’arrivo di cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana. Le nazioni interessate sono Siria, Iraq, Iran, Yemen, Somalia, Sudan e Libia.

Il ban anti immigrati ha trovato l’opposizione in alcuni tribunali, tra cui quello del giudice federale delle Hawaii Derrick Watson, che ha giudicato il testo discriminatorio sulla base della nazionalità.

Ma quale era la provenienza degli attentatori responsabili di attentati terroristici sul suolo statunitense?

La provenienza degli attentatori

Nella grafica le tre mappe mettono a confronto i paesi interessanti da Electronic Ban, Immigration Ban e la provenienza dei responsabili degli attentati negli Stati Uniti dal 2009. Solo L’Egitto compare contemporaneamente in due mappe. Quelle relative all’Electronic Ban e alla provenienza degli attentatori.

Il 4 aprile 2002 un uomo armato aprì il fuoco presso l’aeroporto Internazionale di Los Angeles, allo sportello della EI AI, compagnia aerea israeliana. Furono due le vittime, a cui si aggiunsero quattro persone rimaste ferite prima che il killer fosse colpito a morte da una guardia di sicurezza. Le vittime furono la 25enne addetta al Servizio Clienti, Victoria Hen, che si trovava dietro il bancone, e il 46enne passeggero Yaakov Aminov. L’attentatore fu identificato come Hesham Mohamed Hadayet, 41enne egiziano, emigrato negli Stati Uniti nel 1992, arrivando con un visto turistico, ma ottenendo in seguito l’asilo politico. In Egitto era stato arrestato per essere un membro di Al-Gama’a al-Islamiyya, un gruppo islamico.

Su 10 attentati di matrice islamica avvenuti negli Stati Uniti tra il 2002 e il 2016, sette sono stati perpetrati da cittadini statunitensi. Oltre all’attentato del 2002, gli altri che interessano paesi stranieri sono quello alla Maratona di Boston del 2013 e la strage di San Bernardino, una sparatoria avvenuta in un centro sociale per disabili in California, il 2 dicembre 2015.

Il primo incidente è stato causato da due ordigni piazzati nei pressi del traguardo, su Boylston Street vicino a Copley Square. Le bombe causarono la morte di 3 persone, ferendone almeno altre 264. L’FBI ha individuaò due persone sospettate di aver piazzato gli ordigni: Džochar Carnaev e suo fratello, entrambi ceceni.

I due assalitori responsabili della strage di San Bernardino erano Syed Rizwan Farook, 28enne impiegato presso il dipartimento della Salute della contea, e Tashfeen Malik, ragazza di 27 anni. Farook era nato negli Stati Uniti e lavorava come ispettore sanitario per la contea da cinque anni. Farook era cittadino statunitense nato da genitori pakistani. Secondo l’FBI i due si erano recati in Arabia Saudita negli anni precedenti all’attacco, radicalizzandosi.

Nessuna delle sette nazioni interessate dall’Immigration Ban del presidente Trump, invece, è tra quelle di provenienza dei terroristi che hanno effettuato attacchi mortali negli Stati Uniti.

Ultimi commenti
  • Marco Perezzani |

    La manovra di Trump e’ solo economica. Vuole colpire le compagnie aeree straniere (infatti le norme non si applicano alle compagne US i cui aerei decollino da quei paesi).
    Analogamente per le norme sull’ingresso dei cittadini anche europei. Servono per scoraggiare business dall’estero verso clienti US, mentre vogliono favorire la vendita di prodotti e servizi US all’estero.

  • mauro nigro |

    anche di fronte all’evidenza dei fatti(come quelli riportati in quest’articolo) ci sono commenti inappropriati.
    il controllo è sempre necessario.anche nei confronti dei propri cittadini(spessissimo gli attentatori sono persone nate e cresciute nel suolo in cui avvengono gli attacchi.chiedere “chi è?” servirebbe a poco).il problema è come, perchè, quando e chi controllare.
    non controllare tutto ciò che proviene e transita dall’ arabia saudita dimostra che questi provvedimenti sono solo propaganda demagogica.
    inoltre nel caso degli USA ci sarebbero ben altri problemi da affrontare prima. come l’accesso troppo semplice alle armi ed una politica estera quantomeno bislacca.
    bell’articolo.

  • Francesco Romano |

    Il controllo dell’ immigrazione è indispensabile per garantire la sicurezza .
    Chiunque (anche le persone dei centri sociali o della sinistra estrema) quando qualcuno bussa alla propria porta di casa chiede : “CHI E’?”
    Perché non dovrebbe avvenire per chi bussa alle porte della nostra Nazione?

  • Francesco Cerminara |

    Analisi dettagliata. La domanda contenuta nel titolo ne sviluppa molte altre. In un tornando di dichirazioni e accuse, i fatti e i numeri possono fare chiarezza.

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