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politica

Scissione Pd: la mappa delle posizioni e i nuovi equilibri nelle commissioni

Le ragioni che hanno portato una parte della minoranza del Pd a rompere con la maggioranza che sostiene Matteo Renzi non riguardano certo solo la data del congresso. Dalle tasse al welfare, differenze sostanziali hanno spinto personalità come Pier Luigi Bersani e Guglielmo Epifani, entrambi ex segretari del Pd, a uscire dalla casa madre . Ma cosa cambia con la scissione del Pd? Nasceranno venerdì nuovi gruppi parlamentari (una trentina alla Camera e una quindicina al Senato, si calcola, anche se sulla carta i bersaniani sono 40 a Montecitorio e 22 a palazzo Madama). In particolare in Senato, dove i numeri dall’inizio della legislatura sono appesi a poche unità (7-8), la formazione di un nuovo gruppo può creare problemi.

 

Articolo del Sole 24 Ore del 21 febbraio 2017
Ultimi commenti
  • Antonino |

    In Italia quando ci sono problemi politici nei partiti non si tira fuori un ragno dal buco, chi la vuole cotta e chi cruda ed i problemi seri del paese rimangono li.Gli Italiani vogliono andare al voto prima della fine della legislatura.E inutile che la tirano alla lunga per poi fottersi la pensione,gli Italiani non sono così scemi.

  • donatoquasi57 |

    Le aspre beghe interne, la patetica messa in atto di una strategia isolazionista nei confronti dell’odiato Renzi … tutta roba da establishment che foraggia il populismo .. Chi ringrazia ? La risposta è quasi scontata.

  • Enrico 081 |

    Con la scissione del P.D. abbiamo assistito all’attività fantazziana di ex segretari e dirigenti. L’ opposizione al loro partito, a palle inatenate, fatta in televisione e non partecipando alle varie direzioni, ha ovviamente prodotto lo sconcerto dei militanti. In un partito detto “democratico” è inaccettabile la pretesa della prevalenza delle tesi delle minoranze su quelle della maggioranza. Tale scissione produrrà una lunga fase di instabilità nel governo del paese e gli scissionisti faranno riunioni e chiacchiere su tesi che non saranno mai applicabili al paese per la loro marginalità nei prossimi governi.

  • Enrico081 |

    Rispondendo ad Angelo del 22/02 vorrei fargli presente che unitamente a far uscire dalla precarietà 150.000 suoi colleghi precari, la norma Renzi ha richiesto che il lavoro dei docenti, fosse finalmente valutata, dal dirigente l’istituto, dal consiglio dei docenti e dai genitori. E’ questa l’umiliazione? E’ giusto constatare che gli universitari non conoscano il congiuntivo? E’ lui sicuro di essere adatto al delicato lavoro da lui intrapreso?

  • giampiero conti |

    QUESTA E’ UNA SCELTA DIFFICILE, SI COMPROMETTONO MOLTI EQUILIBRI.RENZI , CHE POTREBBE ESSERE STATO IL VERO CAMBIAMENTO, SI E’ RIVELATO UN GIOVANE POLITICO INCALLITO ( NORMALMENTE SONO VECCHI) ED ATTUA UNA POLITICA SPREGIUDICATA CHE NON PORTA DA NESSUNA PARTE ..SI CREDE TIPRAS MA NON LO E’.

    LA SUA MANIERA ARROGANTE DI FARE POLITICA ,POI NON SI ADDICE A QUESTO PERIODO STORICO, DOVE CI SAREBBE BISOGNO DI PERSONE ILLUMINATE ED ETICAMENTE CORRETTE. LA SUA POLITICA LA CAPIREI ,ANCHE SE NON LO CONDIVIDO , SE PORTASSE UN ALTRA GIACCA ..MA QUA’ DI COSA STIAMO PARLANDO ,,,VESTITO DI ‘BIANCO’ CON IL FAZZOLETTO ED IL PORTAFOGLIO ‘ROSSO’,CHE SI COMPORTA E PARLA COME UNO ‘NERO’. ERA CHIARO CHE SI SAREBBE ARRIVATI A QUESTO PUNTO…E NON SONO NEANCHE SICURO CHE NON CI SIANO ALTRE SCISSIONI IN FUTURO. COSA SARANNO CAPACI DI FARE NON E’ DATO DI SAPERE ..NELLA FASE POLITICA ATTUALE LE PREVISIONI SONO TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO .
    RIPETO ,LA FASE STORICA ATTUALE ….USA….UK…ITALIA…E GERMANIA (CHE NON AIUTA) ..SONO TUTTE COLLEGATE, PURTROPPO CON RENZI ABBIAMO PERSO L’ULTIMO TRENO PER L ‘UNITA D’ITALIA A BREVE TERMINE …..

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