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cronaca

Doxa, come eravamo e cosa avevamo nel 1957

Una casa connessa, che controlla autonomamente i consumi, comoda (con spazi trasformabili e polifunzionali), ma anche in grado di preservare la salute di chi la abita con materiali di qualità e rispettosa dell’ambiente.
Questa in sintesi la casa che gli italiani vogliono oggi, come emerge dalle ultime indagini realizzate da Doxa sull’abitazione. Analisi che sono state svolte più volte nell’arco degli ultimi 50 anni e che quindi permettono di tracciare i cambiamenti avvenuti nei gusti e nelle esigenze dei nostri connazionali.

Guardando alla casa di domani, appaiono dominanti la tecnologia che rende la casa più comoda, più funzionale e più accogliente, ma anche futuristica, quindi dotata di elementi fortemente legati al progresso tecnologico; l’ecologia, tratti come la luminosità e l’essere calda e accogliente. E’ quanto spiega Guido Argieri, head of Customer Interaction Department di Doxa. Gli italiani non hanno mai perso l’interesse per la casa, ma negli anni di crisi hanno speso meno per l’acquisto.
Dall’estero negli anni sono arrivate anche mode, poi abbandonate. Un fenomeno sedimentato negli Usa che ha raggiunto negli anni scorsi  anche l’ Italia è stato il «decluttering», ovvero l’arte di eliminare il superfluo e riorganizzare gli spazi, liberando la casa dall’accumulo consumistico di oggetti, con effetti positivi sulla vivibilità degli spazi fisici, ma anche mentali. Con modalità fai-da-te, ma anche con l’aiuto di figure professionali di nuova generazione come coach e «professional organizers» .Tra i positivi effetti segnalati della pratica, una nuova capacità di gestione degli ambienti, una maggiore consapevolezza nella scelta o nell’acquisto degli oggetti e un ritrovato ordine mentale che ha influenzato anche l’arredo.