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politica

L’evoluzione del terrorismo nel tempo: 1970-2014

I dati raccolti dal National Consortium for the Study of Terrorism and Responses terrorism (START) della University of Maryland contengono informazioni sugli attacchi terroristici effettuati in tutto il mondo a partire dal 1970 e fino al 2014. L’esplorazione di questo database offre degli spunti interessanti sull’evoluzione del terrorismo nel tempo.

Innanzitutto, perché un attacco possa definirsi terroristico, secondo l’accezione del dataset, devono concorrere 3 elementi:

  • l’incidente deve essere intenzionale
  • l’incidente deve implicare l’uso effettivo o potenziale di violenza
  • I responsabili dell’attacco terroristico non sono Stati ma individui o gruppi paramilitari sub-statali

Da quando è iniziata la raccolta dei dati ad oggi, sono stati registrati 141.966 attacchi terroristici, rispetto ai quali ci sono informazioni relative a molteplici dimensioni: che tipo di arma viene utilizzata, chi è il destinatario dell’attacco; il numero dei morti e dei feriti; l’ubicazione geografica dello stesso.

La maggioranza degli attacchi terroristici viene effettuata con armi e, soprattutto, con l’uso di esplosivi.

Confrontando due anni, come il 2001 e il 2014, si possono notare facilmente gli effetti sul quadro geopolitico internazionale del terrorismo e della lotta allo stesso.

Il 2001 è contrassegnato dall’attacco alle Torri Gemelle in territorio statunitense: a distanza di 13 anni e con le operazioni militari prima in Afghanistan e, poi, in Iraq, i paesi con il maggior numero di attacchi terroristici sono quelli destabilizzati dal rovesciamento dei regimi precedenti.

Ma quando è più probabile che venga effettuato un attacco terroristico? Secondo il dataset START, come si vede dagli istogrammi, maggio è il mese in cui è più probabile che venga effettuato un attacco terroristico, ma luglio è quello in cui si muore di più.

Un’ultima curiosità che emerge in modo significativo dall’analisi empirica dei dati riguarda il trend degli attacchi suicidi: praticamente inesistenti fino agli anni ’80 e rimasti molto isolati fino a tutti gli anni ’90, mostrano un trend decisamente in crescita nel corso degli ultimi anni, a partire dal 2005.

NOTE sull’autore: Luciano Canova laurea e PhD in Economia, insegna alla Scuola Enrico Mattei e si occupa di economia sperimentale. Collabora con diverse testate di divulgazione scientifica come lavoce.info, GliStatiGenerali, e ha una passione per la comunicazione scientifica in ambito economico. E’ iProf di Economia della Felicità sulla piattaforma digitale Oilproject.org.