Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
economia

Sentiment sull’economia italiana, incoraggiante il +0,3% del Pil ma ci sono dubbi sulla tenuta della crescita

I primi sei mesi del 2015 si chiudono con un Pil che torna finalmente col segno più (+0,3%), come previsto dai nostri indicatori già dalla fine del 2014. Qualcuno dice che il Paese si è rimesso in moto, noi, per il momento, confermiamo che il Paese si è rimesso in … motorino. La tendenza si è invertita, ma non siamo entrati pienamente in una fase di crescita. Per poter parlare di crescita, l’incremento deve estendersi trasversalmente alla gran parte dei settori industriali del Paese, ai consumi delle famiglie e agli investimenti delle imprese, non rimanendo ancorato a valori che, seppur positivi, si posizionano vicini allo zero. Il fatto importante è che il primo semestre del 2015 ha segnato l’uscita dell’Italia dalla fase di recessione, che durava dal 2011. Le prospettive per i prossimi mesi rimangono positive, anche se non mancano preoccupazione per il rallentamento della Cina e delle economie asiatiche, delle emergenti in particolare Brasile e Turchia, ma anche per il perdurare di tensioni geopolitiche con la Russia e in Medio Oriente.

I numeri dell’Ambrosetti Club Economic Indicator (basati su una survey che ha coinvolto 350 aziende) rivelano un consolidamento del sentiment positivo registrato nel primo trimestre su andamento economico, occupazione e investimenti. Emergono preoccupazioni sulla tenuta della crescita nel prossimo futuro, legate soprattutto al fatto che la crescita, finora, si è affidata a fattori esterni all’economia (prezzo del petrolio, export, indebolimento dell’euro, Qe) mentre per crescere strutturalmente è necessario far ripartire la domanda interna.



Tratto da Il Sole 24 ORE del 04/09/2015, pagina 20