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finanza

Shanghai perde l’8,48% ed è allarme per gli altri Paesi emergenti

Il tracollo della Borsa cinese di ieri ha avuto ripercussioni generalizzate sui mercati azionari in tutto il mondo. In prima linea sono finiti i mercati emergenti di cui la Repubblica Popolare è capofila. L’indice Msci Emerging Markets ieri è sceso sotto i 900 punti come non accadeva da tre anni a questa parte.

Il crollo della Borsa cinese sta spaventando i mercati di molti Paesi emergenti che hanno nella Cina un importante sbocco per le proprie materie prime. La Repubblica Popolare Cinese è infatti fra i maggiori importatori mondiali di acciaio (consuma il 56% circa della produzione mondiale), Alluminio e Nichel (51%) e Grano (45%). Tra i Paesi più colpiti dal crollo della Borsa di Shanghai, oltre alla Mongolia (il cui export è legato al 100% alla Cina), all’Australia e ad alcuni Paesi del Centro Africa, vi è anche il Brasile, il cui governo nella scorsa settimana ha rivisto le previsioni di crescita al ribasso da +0,8% a -1,49%

Tratto da Il Sole 24 ORE del 28/07/2015, pagina 2