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finanza

Stipendi manager: retribuzioni fisse in crescita per gli Ad, diminuisce la parte variabile

Torniamo a occuparci di stipendi dei manager. Per il terzo anno consecutivo Mercer,  attivo nella consulenza per le risorse umane e i servizi attuariali, ha presentato il proprio studio sui compensi dei Consigli di Amministrazione delle società del Ftse Mib finalizzato ad analizzare le retribuzioni fisse e variabili degli organi di amministrazione e controllo delle principali società quotate italiane. Lo studio presenta le evidenze riscontrate su 351 aziende di Borsa.  «A fronte di un aumento della retribuzione fissa degli Amministratori Delegati si registra una maggiore diffusione della erogazione di premi, ma con un valore complessivamente più basso dell’anno precedente. Tale fenomeno – recita la nota di Mercer – rispecchia a nostro avviso la performance tendenzialmente piatta dell’indice FTSE MIB e obiettivi da raggiungere per l’anno trascorso più sfidanti rispetto agli anni precedenti”

In base alla ricerca di Mercer i compensi dei Presidenti non esecutivi delle società del campione sono esclusivamente fissi (+19% rispetto a quelli del 2013). L’emolumento per i membri del CdA risulta costante rispetto al 2013, nell’intorno di  50mila euro annuo a persona, senza alcuna distinzione in relazione a dimensione, complessità o livello di internazionalizzazione dell’azienda, oppure modello di governance. Più interessante gli stipendi degli amministratori delegati. La remunerazione fissa assegnata agli Amministratori Delegati risulta in decisa crescita rispetto al 2013 ed al 2012 (+11% vs. 2013; +7,5% rispetto al 2012). «Tale incremento  – si legge nella nota – è a nostro avviso collegato a un duplice fenomeno: da un lato al fatto che nel corso del 2014 abbiamo assistito al rinnovo di diversi Consigli di Amministrazione, dall’altro alle specificità del contesto in cui operano oggi molti Amministratori Delegati, sempre più impegnati nella gestione di situazioni di crisi, turnaround e razionalizzazione, obiettivi tipicamente remunerati attraverso la componente fissa».

Per quanto riguarda gli incentivi di breve termine il 40% delle aziende ha dichiarato di applicare un gate (condizione di performance minima da soddisfare per l’attivazione del piano di incentivazione) e successivamente di misurare il livello di performance correlandolo ad ulteriori indicatori economico-finanziari. Le aziende che nel 2014 hanno effettivamente pagato un incentivo sono state circa il 70% del campione analizzato, in crescita rispetto ai livelli del 2013 (60%), tuttavia, osservano, i livelli di erogato complessivi sono risultati inferiori. Nel 2014 si è assistito alla ripresa dell’erogazione degli incentivi di breve termine anche nel mondo finanziario.

Sul fronte dei costi della governance riportiamo l’Infodata sulle performance dei nostri manager.

I costi della governance delle società quotate
I costi della governance delle società quotate

Sempre in tema di emolumenti elargiti da società di Piazza Affari, riportiamo L’articolo che trovate su Il Sole24Ore.com è di Vitaliano D’Angerio.

È di 53,6 volte il differenziale retributivo fra amministratore delegato e neolaureato dipendente di una società del settore finanziario quotata in Piazza Affari. Un ad guadagna in media 1 milione e 453mila euro contro i 27mila e 148 euro del neolaureato assunto. Meno ampia la forbice retributiva fra manager e gradi inferiori nei segmenti industria e servizi: nel primo caso l’ad incassa 35,6 volte rispetto al neolaureato (920mila contro 25mila euro); di poco sotto la retribuzione dell’amministratore delegato del settore dei servizi dove questo multiplo è pari a 32,6 volte (799mila contro 24mila euro). Ad elaborare tali dati è stata la OD&M Consulting, società di Gi Group: l’indagine sulle retribuzioni 2013, è relativa ai vertici aziendali di un campione rappresentativo delle società quotate in Borsa italiana attraverso la lettura dei bilanci, delle relazioni sulla remunerazione e dei documenti sul governo societario. La domanda ora è: perché nel settore finanza i manager devono ricevere emolumenti ben più elevati di altri ambiti come industria e servizi?