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cronaca

Fuga dal cambiamento climatico. La mappa delle vie migratorie

Ricercatori dell’Università di Washington e dell’organizzazione The Nature Conservancy  hanno elaborato dei modelli statistici per tracciare gli spostamenti di uccelli, mammiferi e anfibi alla luce del cambiamento climatico. Lo studio è qui e tiene conto non solo delle esigenze e delle abitudini delle singole specie ma anche del flusso dei venti e naturalmente dei cambiamenti climatici. Sappiamo ormai da alcuni anni che la risposta all’aumentare delle temperature è quella di cercare luoghi più freddi, verso nord (o verso sud a secondo dell’emisfero in cui ci si trova).  Incrociando i dati sul cambiamento della temperatura con le esigenze climatiche di una specifica specie, i ricercatori sono riusciti a calcolare le rotte di 2954 specie animali. I risultati sono stati usati per dare forma a questa mappa.

Come si legge la mappa. Il colore indica la classe di vertebrati. Cliccando sulla mappa si può applicare una funzione di zoom.

 

 

Il senso della mappa. Come si può notare la maggior parte delle flussi migratori procede verso il nord (o il sud) e ad alta quota nelle zone dove ci sono montagne alla ricerca di temperature più miti. Secondo la ricerca pubblicata su Pnas solo il 41% del territorio degli Stati Uniti consente di monitorare gli spostamenti naturali. I dati degli studi sul territorio mostrano infatti che infrastrutture e città sono barriere artificiali che ostacolano le migrazione. Le montagne sono quindi la destinazione più sicura per chi per necessità deve spostarsi. Nel Sudamerica invece è più facile distinguere i corridoi migratori. Si possono infatti individuare come habitat di riferimento l’Amazzonia, e le zone a sud-est del Brasile.  Una delle ragioni della realizzazione di questa mappa, anzi la principale è quella di progettare dei corridoi in modo da facilitare gli spostamenti delle specie rimuovendo quando possibile gli ostacoli artificiali.