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cronaca

L’omosessualità è sempre più tollerata nel mondo, ma non in Italia

L’accettazione dell’omosessualità nel mondo appare in aumento, ma con importanti differenze nella nazioni fra cui proprio il modo in cui si è evoluta l’opinione degli italiani. Secondo l’ultima analisi del Pew Research Center, un centro di analisi indipendente che analizza le attitudini delle persone su un gran numero di temi diversi, in molte nazioni il numero di persone secondo cui l’omosessualità dovrebbe essere accettata dalla società è in aumento. Fra queste però non c’è l’Italia, dove invece non risultano grosse differenze rispetto a quando la domanda è stata posta la prima volta, nel 2002.

Gli ultimi risultati relativi al 2019 vanno dal 94% degli svedesi al 7% dei nigeriani, con il 75% degli italiani per cui l’omosessualità dovrebbe essere accettata. È in effetti il valore minore fra le nazioni dell’Europa occidentale, e qualche punto sopra gli Stati Uniti dove comunque dal 2015 il matrimonio gay gode a livello federale di identici diritti. Nel 1994, primo anno in cui Pew Resarch ha indagato la questione negli Stati Uniti, l’opinione sul tema era praticamente spaccata a metà e la fetta di anzi chi riteneva che l’omosessualità non dovesse essere accettata era qualche punto maggiore sull’idea opposta – da allora dunque le cose sono cambiate molto. In Spagna, per citare invece il caso di una nazione a noi molto simile, si arriva all’89%.

In generale, sottolinea il rapporto, le persone che vivono in Europa occidentale o nelle Americhe tendono ad avere un atteggiamento più tollerante rispetto agli abitanti di Europa orientale, Medio Oriente o Africa Sub-sahariana, mentre gli abitanti dell’area Asia-Pacifico sono piuttosto divisi.

Le differenze nel modo in cui l’omosessualità viene percepita sono associate a diversi fattori come “età, livello di istruzione e di reddito, talvolta il genere”, e a spesso anche la religione. In alcune nazioni le persone che appartengono a gruppi religiosi tendono a essere meno tolleranti dell’omosessualità rispetto alle altre. Questo tipo di generalizzazione, come un po’ tutte quelle che emergono in casi simili, valgono ovviamente per i gruppi nel loro complesso – ma è bene ricordare che poi ogni individuo fa caso a sé. Parlare di gruppi in generale è un conto, ma quale che siano i risultati non rendono un singolo spagnolo più tollerante di un italiano, un ricco di un povero, e così via.

Qualcosa di simile vale anche per le ideologie politiche, dove spesso le persone che tendono verso la destra sono meno tolleranti dell’omosessualità di quelle di sinistra. In maniera simile, le analisi dell’istituto di ricerca hanno trovato che i supporter di partiti populisti di destra, in Europa, vedono meno spesso l’omosessualità come un qualcosa di accettabile. Negli Stati Uniti la polarizzazione si verifica fra i sostenitori di destra del Partito Repubblicano, che nel 58% ritengono l’omosessualità qualcosa che la società dovrebbe accettare, contro l’85% di chi invece si dice vicino alla sinistra del Partito Democratico. Le differenze politiche si innestano comunque su una struttura culturale estremamente diversa da una nazione all’altra: i tedeschi o spagnoli che si ritengono di destra risultano comunque più tolleranti dei greci di sinistra, con alcune nazioni che appaiono estremamente polarizzate nelle loro divisioni politico-ideologiche – su questo tema come su altri. Un caso sono gli Stati Uniti, dove rispetto all’omosessualità chi si dichiara di sinistra è vicino a valori che troviamo nell’Europa occidentale, chi di destra appare invece ideologicamente forse più simile a quanto accade in altre aree del mondo dove c’è in genere meno tolleranza.

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