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economia

Droga e prostituzione? Non conoscono crisi. Gli italiani spendono ogni anno (in media) 350 euro a testa

Il vizio degli italiani non conosce crisi: dal 2011 al 2018 la spesa per consumi finali in droghe è aumentata del 22,6%, arrivando a superare i 16,2 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 14,7 miliardi per la filiera dello spaccio. In ciascun anno, tranne che nel 2014, si sono avuti incrementi nel valore dei consumi da parte della popolazione e nel 2018 vi è stato un +2.62% rispetto all’anno precedente.

Un andamento parallelo si è avuto per la prostituzione, che ha visto complessivamente aumentare il giro d’affari fino a raggiungere i 4,75 miliardi di euro nel 2018. La crescita in questo caso è ininterrotta dal 2011, quando era 4,36 miliardi: in totale, in sette anni, si sfiora il +9%.

Sommando le due voci si arriva a 21 miliardi, che corrispondono a circa il 2% del totale delle uscite delle famiglie italiane: rapportato alla popolazione dell’anno, neonati inclusi, corrisponde a una spesa di circa 350€ a testa.

A riferirlo è l’Istat: l’istituto di statistica nella sua rilevazione annuale sull’economia non osservata stima dal punto di vista economico i fenomeni sommersi legati all’illegalità. Tra questi, appunto, oltre all’evasione fiscale (totale o parziale) e al lavoro nero si trovano anche le attività vietate dalla legge. Complessivamente considerato, il sommerso è in calo dell’1,3% nel 2018 rispetto all’anno precedente, fissandosi a poco più di 211 miliardi di euro. Droga e prostituzione incidono complessivamente per poco meno del 10% sul totale, ma la loro quota è in aumento. La florida industria del vizio sembra dunque inarrestabile e non risentire affatto dei cicli economici.