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cronaca

La pandemia, la fase 2 e le paure degli italiani. Ecco come siamo cambiati (l’indagine Csa)

La speranza è sempre l’ultima a morire, dice il proverbio. Ed infatti gli italiani, aderenti al vecchio adagio, hanno risposto in maggioranza “speranza” quando gli è stato chiesto quale sensazione provassero pensando alle sfide da affrontare nei prossimi mesi.

Tuttavia, tanto per restare ai luoghi comuni: non è tutt’oro quello che luccica: sommando le risposte che esprimono percezioni negative, si arriva al 56% del totale. Dall’ansia all’insicurezza allo stress: gli italiani alle prese con i timori per questo tempo di pandemia non hanno certo l’ottimismo in cima ai loro pensieri.

La ricerca, condotta in esclusiva per Info Data da CSA su un campione di italiani e i cui risultati possono essere letti integralmente nell’infografica sottostante.

Scorrendo tra le slides si vede come gli italiani siano preoccupati per la situazione economica e il lavoro. Vi è una pesante sfiducia sulle possibilità di una ripresa in tempi stretti che permetta di tornare ai livelli precedenti: circa un quarto dei nostri concittadini teme che ci vogliano anni per recuperare la situazione, non certo brillante, del 2019, mentre solo poco più di uno su venti pensa al contrario che lo scatto in su sarà repentino o quasi.

Non stupisce quindi che più di un terzo del campione pensa che la propria situazione economica sia destinata a peggiorare e che ben il 40% ipotizza di non essere in grado di poter far fronte ad una spesa improvvisa di 800€.

Anche le abitudini di spesa sono destinate a cambiare: tra i prodotti e servizi più colpiti vi saranno l’abbigliamento, i viaggi e la partecipazione ad eventi quali spettacoli o concerti. Insomma,  l’insicurezza comporta una revisione delle proprie priorità di budget, e laddove possibile si ipotizzano tagli alle voci del bilancio familiare meno necessarie.

Infine, i nostri concittadini pensano che i cambiamenti sociali intrapresi durante il lockdown siano destinati a rimanere e che gli effetti potranno durare a lungo. Ad esempio, ben un terzo degli italiani pensa che alla fine del 2020 la nostra società sarà più tecnologica. Tuttavia, una quota significativa pensa che ne usciremo peggiori. Meno giusta, meno accogliente, meno democratica, meno attenta al bene comune, meno rispettosa delle leggi: tutte opinioni che si aspettano almeno un quarto degli italiani. Ma l’aspettativa che mette d’accordo la maggior quota di persone è che l’Italia, da questa pandemia, ne uscirà meno serena: ben il 42% degli italiani hanno così risposto.

In definitiva, secondo noi italiani non avremo davanti mesi facili e i riflessi sia sulle tasche e sul benessere degli individui sia sui valori della società saranno negativi. Non ci resta che sperare che, almeno stavolta, ci sbagliamo e che alla fine possa davvero andare tutto bene.

 

NOTA INFORMATIVA

L’indagine conoscitiva realizzata da CSA Research dal 10 al 14 luglio 2020 su un campione di tipo panel, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, professione, regione e classe d’ampiezza demografica dei comuni di residenza. Metodo di raccolta delle informazioni: CAWI su strumento proprietario Telepanel. Universo di riferimento: popolazione italiana maggiorenne; ampiezza del campione intervistato: 1.000 casi; totale contatti: 2.500 (tasso di risposta: 40%); intervallo fiduciario delle stime: 2,4%. Elaborazione SPSS.