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Coronavirus: cronaca vera della diffusione (dei dati). Una storia molto italiana

In principio è stata la Johns Hopkins University. L’ateneo con sede a Baltimora, Maryland, ha ricoperto per settimane il ruolo di principale fonte di informazioni per chi volesse monitorare l’andamento della diffusione del nuovo coronavirus. Quando l’infezione è arrivata in Italia, con i primi casi registrati nel lodigiano e nel padovano, è cambiata anche la percezione: da una parte c’era ovviamente un maggior interesse da parte del pubblico nel capire i numeri legati all’epidemia, dall’altra una difficoltà a reperirli. Per colmarla, prima che ci pensasse la Protezione civile, sono venuti in aiuto privati, come la Fondazione Gimbe, ma anche qualche civic hacker. Questa è la storia di come sono stati diffusi i dati relativi all’epidemia di coronavirus.
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Ultimi commenti
  • Maurizio Magnani |

    Gentile Maria Luisa,
    il sito da lei segnalato è molto interessante e utile, così come lo sono i grafici tratti dal “Diario della diffusione”. Tuttavia non ritengo che siano in grado di risollevare il morale della gente comune perché forniscono criteri di misurazione e risultati che la stragrande maggioranza non è in grado di comprendere (e in questa includo anche molti medici). Un paio di giorni fa scrissi sulle pagine di questo quotidiano un post, del quale non ho poi neppure verificato l’effettiva pubblicazione, che denunciava l’assenza di informazione “utile” per comprendere a cosa ci troviamo di fronte e di cosa, credo, ci sia necessità per formare la nascita di un dibattito civile e non improntato a una comunicazione in gran parte volta a alimentare terrore.
    Ci sono concetti semplici in epidemiologia (morte attese, eccesso di mortalità, confronto tra le serie temporali di episodi epidemici/pandemici avvenuti in Italia, carica virale, aree focolaio … e molti altri) che potevano e possono essere spiegati a tutta la popolazione. E ci sono anche da noi istituzioni che permettono di raccogliere i dati in tempo reale, a chi è capace e vuole farlo. La diffusione della loro comprensione nella società civile non aumenta né riduce il ‘rischio’, ma aiuta a orientarsi per collocarlo nella sua corretta dimensione e può darsi riduca l’abulia con cui molti oggi affrontano le prospettive economiche conseguenti a quella che io chiamo una crisi di informazione.
    Per non perdersi in futili polemiche indicando i paesi ove questo è avvenuto suggerisco di darsi da fare per diffonderle oggi. Riconducendo in modo comprensibile, corretto ed esauriente concetti medici e dati reali alla comprensione collettiva, senza nulla omettere di quanto è clinicamente rilevante ma senza rifugiarsi dietro la maschera del terrore.

    Nel ringraziarla per il suo contributo,
    cordiali saluti,
    Maurizio Magnani

  • Maria Luisa Greco |

    Gentilissimi, segnalo questo interessante articolo:

    https://www.pangeadds.eu/demos/CoVid19/Report21marzo2020.html

    L’articolo è scritto dal Direttore di Pangea Formazione, il Dott. Farina, laureato in Fisica con Dottorato di Ricerca presso “La Sapienza” (dove ha lavorato nell’ambito della teoria astrofisica nucleare) e specializzato nel ragionamento bayesiano e nella sua applicazione in campo tecnologico. Trovate questo suo interessante articolo nella sezione “Diario della diffusione” della dashboard sviluppata da Pangea Formazione che riporto a seguire:
    https://www.pangeadds.eu/demos/CoVid19/

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