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cronaca

Come si misurano i flussi di immigrati irregolari? Il “passaggio” spagnolo

Al di là degli sbarchi, che riguardano più direttamente l’Italia come paese esposto sul Mediterraneo, un altro modo per farsi un’idea dei flussi di immigrazione irregolare può essere guardare a quanti sono stati gli ingressi nell’Ue negati alle persone.

Secondo i dati Eurostat nel 2018 i punti di pressione maggiori dell’unione sono state le spagnole Ceuta e Melilla, al confine con il Marocco. Sono state in effetti oltre 220mila le persone che hanno cercato di attraversare la frontiera di terra con la Spagna, ma cui è stato negato l’ingresso – in assoluto il gruppo più ampio fra quelli censiti.

Altri gruppi significativi hanno riguardato l’ingresso in Francia o Polonia, ma si tratta comunque di numeri molto inferiori rispetto a quelli spagnoli.

 

 

Quella del 2018 non è un’eccezione. È almeno dal 2009 che le località di confine fra Spagna e Marocco sono interessate da intensi flussi di persone che cercano di entrare in Europa. Le due città Ceuta e Melilla rappresentano l’unico punto fisico di confine fra l’UE e una nazione africana, e all’interno del loro territorio sono presenti barriere di separazione e filo spinato lunghe diversi che si estendono per diversi chilometri.

 

Dal 2016 i confini francesi hanno fatto registrare una crescita nel numero di tentati ingressi da parte di persone senza i requisiti necessari, evento in cui il paese transalpino ha superato la Polonia. Anche il Regno Unito si trova fra i primi, in questo senso, ma di nuovo con valori assai inferiori.