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economia

Calcio batte cinema 3 a zero. La spesa provinciale per l’intrattenimento

L’intrattenimento e lo spettacolo in Italia sono per buona parte soltanto calcio – e non è un’iperbole. Secondo gli ultimi numeri  resi noti dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Autori) nel 2017 il volume d’affari complessivo di questo sport è valso un filo meno di 2,4 miliardi di euro; oltre il triplo del cinema, per fare un paragone.

 

Nessun’altra industria dell’intrattenimento, nel nostro paese, ci va anche solo vicina, per quante alcune portino a entrate da non sottovalutare. Fra esse, per esempio, quella del ballo, che ha in sostanza la stessa dimensione totale del cinema, a cui seguono i parchi da divertimento che nel complesso si fermano poco prima dei 380 milioni di euro.

 

 

Quali che siano, si tratta comunque di attività che non vengono frequentate allo stesso modo su tutto il territorio nazionale, anzi. Gli spettacoli a carattere sportivo, emerge guardando alle statistiche regionali, si concentrano soprattutto nel nord-ovest, e in particolare fra Lombardia e Piemonte.

 

Sono queste le aree in cui appare maggiore il volume d’affari per abitante, e che ci fornisce una misura forse un po’ rozza ma tutto sommato efficace delle preferenze degli italiani. In questo modo teniamo in conto anche il fatto che, naturalmente, al nord vivono molte più persone che al sud e avrebbe poco senso confrontare semplicemente i volumi di affari fra regioni molto piccole e molto grandi.

 

Le altre grandi tre categorie che seguono, per volume di affari pro capite, sono invece quelle relative a concerti e balli, cinema, e infine esposizioni e mostre. Un po’ tutte, per quanto con qualche eccezione, tendono comunque a esprimere intensità regionali simili e decrescenti scendendo verso il meridione.

 

 

Anche per lo stesso tipo di spettacolo, il giro d’affari pro capite varia in misura notevole da una regione all’altra. Oltre alle semplici preferenze di chi in quelle regioni vive, è un’ipotesi, per spiegare numeri tanto diversi va anche considerato che per tutta una serie di ragioni gli spettacoli tendono spesso a essere organizzati in luoghi specifici – e dunque almeno in qualche misura sono le persone a seguire le eventi e non il contrario.

 

I numeri forniti dalla SIAE vanno in effetti più in dettaglio di così e guardano anche alle singole province, il che ci consente di zoomare davvero nelle principali aree dove l’intrattenimento fiorisce.

 

Troviamo così che, nell’ordine, le tre aree con il maggior volume d’affari per abitante sono Rimini, Verona e poi Milano. Anche Firenze non se la cava male, mentre nel sud – al netto di diverse province per cui non sono disponibili dati – a risaltare è Crotone.

 

Eppure la geografia degli affari non coincide per forza con quella degli spettacoli. Al contrario, se contiamo quante sono state le manifestazioni per abitante la differenza fra centro e periferia diventa più sfumata: emergono località in cui magari la spesa per abitante non è altissima, ma nonostante questo ospitano una quantità niente male di eventi.

 

Il contrario succede in province come Milano, dove tutto sommato gli spettacoli per abitante non sono stati tantissimi; fatto che probabilmente si spiega con la presenza di pochi eventi, ma in media più costosi.

 

Anche in questo caso, va ricordato, purtroppo non sono disponibili numeri per le isole e per alcune parti del sud.