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politica

Il 2018 e la criminalità: la percezione della sicurezza e i dati di realtà

Dopo l’invasione di migranti anzi, direttamente connesso con gli sbarchi c’è il tema della sicurezza. Sicurezza reale o percepita. Siamo sempre qui: ci sentiamo insicuri perché esiste davvero un pericolo o perché ci dicono che c’è un pericolo. In questo anno Info Data ha provato a mettere in fila qualche numero. Riccardo Saporiti ha analizzato i dati nel periodo compreso tra il  agosto 2017 ed il 3 luglio di quest’anno dalle forze dell’ordine.

Concentrandosi sui primi, ovvero omicidi, furti e rapine, la notizia positiva è che sono in costante calo. Circostanza che stride con la realtà di un Paese in cui un italiano su quattro ha paura di girare da solo per strada la sera. E uno su dieci è terrorizzato all’idea di rimanere in casa da solo. Timori a parte, la fredda realtà dei numeri è questa:

 

 

Più un punto è grande e scuro, maggiore è il numero di reati commessi nel corso dell’anno. O denunciati, per quanto riguarda furti e rapine. Ma, del resto, se non vengono segnalati alle forze di polizia è impossibile contarli. L’anno indica l’annualità nella quale è stato presentato il rapporto. Dal momento che quest’ultimo viene tradizionalmente rilasciato nella giornata di Ferragosto, i numeri fanno riferimento ai dodici mesi precedenti. Ovvero alla prima metà dell’anno indicato e alla seconda metà di quello prima.

 

Entrando nel dettaglio, ecco gli omicidi. Tra il luglio 2011 e l’agosto 2012 ne sono stati registrati 555. Negli ultimi dodici mesi, invece, solo 319. Detto che anche uno soltanto è di troppo, si tratta di una riduzione del 42,5%. Da segnalare che il calo è costante.

 

Al contrario, invece, di quanto avviene per i furti. Che dal 2012 al 2014, sempre con le precisazioni fatte per quanto riguarda l’indicazione temporale, sono cresciuti da 1 milione e 497mila a 1 milione e 568mila. Punto massimo dal quale è iniziata una costante discesa, fermatasi per ora al milione e 189mila degli ultimi dodici mesi. In questo caso, il calo dal 2014 a 2018 è del 24,2%.

 

Sul fronte delle rapine, il punto massimo si è toccato nel 2013, quando le denunce relative a questi crimini hanno superato le 44mila unità. Mentre l’ultimo rapporto ne conta appena 28mila. La contrazione in questo caso è del 35,8%.

 

Andamento che certamente interesserà poco le vittime di furti e rapine, colpiti direttamente. Se si guarda al quadro generale, però, i numeri evidenziano una positiva tendenza al calo di questi reati. Che nonostante la contrazione, continuano a spaventare gli italiani.

Passiamo ora al capitola legato alle droghe. In questo caso non c’è un tema di sicurezza o insicurezza percepita. Quanto di capire cosa sta accadendo e dove. Per mappare il consumo di stupefacenti e la criminalità che sta dietro allo spaccio abbiamo analizzato le segnalazioni delle persone sorprese dalle forze dell’ordine in possesso di sostanze stupefacenti e i dati relativi ai sequestri di droga. Il combinato disposto delle due mappe aiuta a definire meglio i confini geografici del fenomeno.

Ora, nel solo 2017 sono stati più di 38mila i nominativi segnalati ai rappresentanti del governo sul territorio. Dei quali poco meno di 4.500 erano minorenni nel momento in cui sono stati segnalati. Si tratta dell’11,6% del totale. A dirlo è l’edizione 2017 del rapporto “Le tossicodipendenze in Italia” realizzato dal Ministero dell’Interno. Un faldone che contiene, tra le altre, le statistiche sul numero dei soggetti segnalati.

 

Dati che forniscono una fotografia se non dei consumi, quantomeno nell’efficacia dell’azione di controllo sul territorio da parte delle forze dell’ordine. Che poi queste segnalazioni siano o meno una misura efficace per il contrasto alla tossicodipendenza, questo i dati non lo dicono. Dicono, invece, che lo scorso anno sono state segnalate al prefetto 64,2 persone ogni 100mila abitanti. Almeno, questa è la media nazionale. Considerando la situazione a livello provinciale, il quadro che emerge è questo:

 

 

Le province colorate di arancione sono quelle nelle quali la quota di persone segnalate supera la media nazionale, i territori in blu sono invece quelli nei quali il numero è inferiore a 64,2. Il filtro in alto a sinistra permette di restringere la mappa su una singola regione.

 

Come si può osservare, non c’è una tendenza definita. Le province con un numero di segnalazioni superiore alla media sono in altre parole distribuite a macchia di leopardo sul territorio nazionale. È Palermo quella con l’incidenza maggiore: qui lo scorso anno il prefetto ha dovuto gestire 209 consumatori di stupefacenti ogni 100mila abitanti. Decisamente meno gravoso, invece, il compito del collega di stanza a Lecco: appena 2,95 segnalati ogni 100mila residenti.

 

Con appena 24,9 segnalazioni ogni 100mila residenti, Milano è decisamente al di sotto della media nazionale. Mentre Roma, dove i segnalati sono stati 81 ogni 100mila abitanti, ha registrato un’incidenza superiore a quella italiana. Ora, questo non significa necessariamente che a Roma si utilizzino più stupefacenti che a Milano. Al massimo, che lo scorso anno le forze dell’ordine capitoline hanno ottenuto maggiori risultati nell’individuare i consumatori di droghe rispetto a quelle del capoluogo lombardo. Ancora una volta, questo non implica una più efficace azione di contrasto alla tossicodipendenza.

 

Nè necessariamente correla con una maggiore quantità di stupefacenti sequestrati. Anzi, tutt’altro. Non esiste una correlazione di questo tipo. Per capirlo, Infodata ha utilizzato i dati sui sequestri forniti sempre dal Viminale la scorsa estate. Ed ha incrociato i grammi sequestrati ogni 100mila abitanti con le segnalazioni ai prefetti. Il risultato è questo:

 

Come si vede, salvo casi eccezionali (come quello di Brindisi, dove nel 2017 i Carabinieri sequestrarono 525 chili di marjiuana), non c’è una correlazione diretta tra l’azione di controllo dei consumatori sul territorio con quella investigativa che porta ai sequestri. Perlomeno, non a livello numerico. È altamente probabile che esista a livello di indagini, ma questo ovviamente i dati non lo dicono.