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cronaca

Ecco perché Babbo Natale è un rider della on demand economy

Diciamo che porterà un regalo solo a quei bambini, minori di 14 anni, che festeggiano il Natale. E quindi, verosimilmente, a quelli di religione cristiana. Sono in tutto 590 milioni, prendendo ovviamente per buono il fatto che si siano comportati bene durante l’anno. Diciamo poi che la slitta si muoverà da nord a sud e quindi da sud a nord, seguendo le line24e del fuso orario. Questo solo per comodità di calcolo. Bene, c’è un’area, quella che coincide con l’ora di Roma, in cui Babbo Natale dovrà effettuare qualcosa come 33mila consegne al secondo.

Sì, per festeggiare il 25 dicembre Infodata ha fatto i conti in tasca a Santa Claus. O meglio, a provato a calcolare quanto il corriere più amato dai bambini dovrebbe lavorare se esistesse veramente. Lo spunto, è bene ammetterlo, arriva da un articolo uscito su The Atlantic. Riutilizzando i dati, è stato possibile costruire questa infografica, che mostra l’intensità del lavoro di Babbo Natale:

 Ora, come ha fatto Infodata per realizzare questa mappa? Il primo dato di cui c’era bisogno riguardava la popolazione tra 0 e 14 anni. Informazione disponibile nella datawarehouse della Banca Mondiale. Dopodiché, si trattava di capire quanti fossero di religione cristiana. In questo caso si è scelto, come ha fatto The Atlantic, di fare affidamento alla Cia. Niente di misterioso: il servizio segreto americano pubblica sul proprio sito la percentuale di diffusione delle diverse confessioni religiose in tutti i Paesi del mondo.

Calcolato il numero dei bimbi di religione cristiana, si è trattato di suddividerli per i fusi orari. Sicuramente un algoritmo potrebbe migliorarne il tragitto, ma per semplicità di calcolo si è scelto di dare a Babbo Natale un’ora per coprire tutte le case che si trovano nello stesso fuso orario. Le informazioni relative ai quali sono disponibili su Wikipedia. Per i Paesi che si estendono su più fusi orari, il numero di consegne è stato diviso per quello dei fusi. Un metodo non esattamente scientifico, ma confidiamo che i lettori possano concederlo.

Anche in questo caso, occorrono un paio di precisazioni. Per gli Usa sono stati considerati solo i quattro fusi orari continentali, trascurando Alaska ed Hawai, dove del resto vivono poco più di 2 dei 325 milioni di americani. Mentre la Cina è stata suddivisa nei cinque fusi orari, se si può dire così, geografici. Già, perché il governo di Pechino ha stabilito che in Cina esiste un’unica ora. Tutto questo detto, ecco come andrà la notte di Babbo Natale.

La serata partirà tranquilla, tra la Polinesia e l’estremo Oriente. Ma già arrivando su Australia, Nuova Zelanda e Filippine l’impegno inizierà a farsi gravoso. Qui i regali da consegnare sono 37 milioni. Seguiranno quattro ore più tranquille, prima che la slitta arrivi in Europa. Tra il Vecchio Continente e l’Africa, Santa Claus avrà quattro ore per consegnare regali a 320 milioni di bambini. Dei quali 120 vivono nel fuso orario italiano. Un paio d’ore per tirare il fiato sorvolando l’Atlantico, quindi di nuovo al lavoro per i piccoli americani. Qui la punta massima sarà sul fuso di New York, con poco meno di 60 milioni di pacchi da consegnare. Una passeggiata dopo i 120 milioni consegnati sul fuso di Roma.

Ovviamente, Babbo Natale potrà organizzare meglio il lavoro, sfruttando le ore con meno consegne da effettuare perché il fuso di riferimento copre soprattutto oceani o paesi con poche persone di religione cristiana. Ma i regali da consegnare sono pur sempre 590 milioni in un unico turno di notte. Si capisce, allora, perché poi Santa Claus abbia bisogno di 364 giorni di vacanza.