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politica

Elezioni europee cosa accadrà? Un anno di sondaggi

Se vogliamo ripercorrere l’anno in scadenza a partire dalla politica, almeno per noi italiani l’evento da segnare in rosso non può che essere le elezioni politiche di marzo, a seguito di cui – e dopo un lunghissimo periodo di consultazioni – si è formato l’attuale governo in carica.

 

Da allora però il successo elettorale dei due partiti che lo compongono ha avuto direzioni opposte. Secondo il sito pollofpolls.eu, che raccoglie sondaggi relativi a tutto il continente, il consenso del Movimento 5 Stelle si è eroso in maniera lenta ma costante portandolo da poco meno del 33% di marzo a circa il 26 di oggi. Il contrario è successo alla Lega, che ora è quasi al doppio del 17,3% fatto registrare alle urne dieci mesi fa e grosso modo stabile da settembre. Parte del nuovo consenso della Lega, anche se certamente non tutto, non può che arrivare dal declino di Forza Italia, ormai ridotta da mesi a singola cifra.

Da che si è formato il governo Conte il Partito Democratico ha perso un paio di punti circa, andando anche sotto il deludente risultato di marzo.

Italia – Fonte Poll of Polls.png

 

In Francia per Macron è stato un anno molto difficile. Le proteste di piazza e un consenso a picco hanno portato il leader a rivedere parte del proprio programma. Oggi solo un francese su quattro giudica con favore il lavoro del presidente: rispetto a un anno fa Macron ha perso per strada l’approvazione di un quarto della popolazione. Questo, sempre secondo i sondaggi, si è tradotto certamente in un perdita di consenso quanto a voti, ma meno drammatica di quanto sembrerebbe altrimenti.

Le rilevazioni concentrate sulle europee non sono state molte, e questo ne limita in parte l’accuratezza, ma quel che si può dire è che ora il partito di Macron risulta alla pari o appena leggermente sotto il suo principale avversario, l’ultra-destra di Marine Le Pen.

Francia – Fonte Poll of Polls.png

 

In Germania i due partiti che ultimamente si sono mossi di più sono stati la CDU/CSU di Angela Merkel e i verdi. I primi, dopo lunghi mesi di declino e il cattivo risultato alle elezioni in Baviera di qualche mese fa, hanno ottenuto reazioni positive dopo l’annuncio che la leader tedesca non si sarebbe ricandidata alle elezioni del 2021.

 

Le stesse elezioni bavaresi hanno spinto in avanti proprio i verdi, che da allora hanno fatto registrare numeri in forte aumento anche su scala nazionale. Valori che li hanno portati, in effetti, a diventare il secondo partito – almeno prima di un recente calo di qualche punto cominciato proprio da qualche settimana. L’estrema destra di Alternative für Deutschland resta invece stabile o in leggero calo, a valori di poco superiori rispetto a quelli ottenuti alle ultime elezioni federali del 2017.

Germania – Fonte Poll of Polls.png

 

L’ultimo caso interessante è quello spagnolo. Il paese iberico era rimasto a lungo praticamente l’unico, fra i principali, immune all’ascesa di formazioni di estrema destra. Eppure anche qui il vento sembra cambiato e si registra di recente la crescita di Vox, movimento nazionalista che certamente non arriva al livello di consenso raggiunto da altri partiti simili in giro per l’Europa ma comunque appare ora intorno al 9% circa dei voti.

Spagna – Fonte Poll of Polls.png

 

Tenere il polso della situazione attuale non è solo un esercizio astratto per nerd della politica, ma avrà ripercussioni importanti fra qualche mese in vista delle elezioni europee di maggio prossimo. Lo stesso pollofpolls.eu ha aggregato i sondaggi disponibili su scala continentale, per cercare di ipotizzare in che modo i singoli voti nazionali andranno a comporre il futuro parlamento europeo.

 

La famiglia politica di centro-destra, che ricade sotto l’ombrello del partito popolare europeo, in un anno si è mostrata grosso modo stabile in quanto a seggi previsti. Il centro-sinistra europeo ha invece patito da un lato la nuova allocazione di seggi che farà seguito all’uscita del Regno Unito dell’UE, e dunque la scomparsa dei laburisti inglesi, dall’altro il declino dei partiti tradizionali di sinistra un po’ ovunque – Italia inclusa.

 

I liberaldemocratici del gruppo ALDE sarebbero al momento la terza forza, grazie soprattutto alla pattuglia dei macroniani; mentre gli ultra-nazionalisti del gruppo ENF – di cui fanno parte la Lega e il partito di Marine Le Pen ancora in Francia – andrebbero a comporre la squadra successiva per ampiezza.

La famiglia politica cui è iscritto il Movimento 5 Stelle, che prende il nome di EFDD, potrebbe contare soprattutto in particolare sugli eletti dall’Italia insieme a quelli in arrivo dal partito tedesco di estrema destra Alternative für Deutschland.

Parlamento Europeo – Fonte Poll of Polls.png

Ultimi commenti
  • Giorgio |

    Lo stato in cui versa l’Unione Europea appare costellato da lacune e distorsioni a causa della sottoscrizione di trattati, da parte degli Stati aderenti, senza,a partite dall’Italia, aver ponderato a fondo le conseguenze di quanto comportava l’accettazione di non poche regole
    capestro. Per esemplificare, non può essere accettabile la cessione di gran parte della sovranità di ciascun Paese aderente, lasciando la scelta degli orientamenti economici,di bilancio,sociali,creditizi e monetari alla mercè dei Commissari europei. Per conseguenza se non si ricorre ad una profonda revisione delle Istituzioni europee non si può che andare incontro ad una implosione dell’unione in atto. A mio avviso sono queste le scelte da fare: o si sceglie una forma di unione sulla falsariga degli Stati Uniti d’America o si deve pensare ad una
    Confederazione degli Stati europei col mantenimento,per ogni Stato confederato, della pro-
    pria sovranità politica, economica, monetaria,sociale, ecc. Le prossime elezioni europee dovranno segnare lo spartiacque tra l’attuale unione, non più accettabile, ed una nuova
    Europa che vada nel senso di una profonda riforma nel senso suddetto. Ringraziamenti,Giorgio Vargiu,DSelargius (CA).

  • Giorgio |

    Lo stato in cui versa l’Unione Europea appare costellato da lacune e distorsioni a causa della sottoscrizione di trattati, da parte degli Stati aderenti, senza,a partite dall’Italia, aver ponderato a fondo le conseguenze di quanto comportava l’accettazione di non poche regole
    capestro. Per esemplificare, non può essere accettabile la cessione di gran parte della sovranità di ciascun Paese aderente, lasciando la scelta degli orientamenti economici,di bilancio,sociali,creditizi e monetari alla mercè dei Commissari europei. Per conseguenza se non si ricorre ad una profonda revisione delle Istituzioni europee non si può che andare incontro ad una implosione dell’unione in atto. A mio avviso sono queste le scelte da fare: o si sceglie una forma di unione sulla falsariga degli Stati Uniti d’America o si deve pensare ad una
    Confederazione degli Stati europei col mantenimento,per ogni Stato confederato, della pro-
    pria sovranità politica, economica, monetaria,sociale, ecc. Le prossime elezioni europee dovranno segnare lo spartiacque tra l’attuale unione, non più accettabile, ed una nuova
    Europa che vada nel senso di una profonda riforma nel senso suddetto. Ringraziamenti,Giorgio Vargiu,DSelargius (CA).

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