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cronaca

Gli scacchi nell’era degli algoritmi. Magnus Carlsen è campione del mondo

1. Il norvegese considerato il miglior scacchista del mondo nel gioco rapido e nelle partite lampo ha vinto su l’italo americano Fabiano Caruana. Era dai tempi dei cinque match consecutivi tra Garry Kasparov e Anatoly Karpov nella seconda metà degli anni Ottanta che non si verificava una situazione del genere.

Info Data che di default ama gli scacchi e i giochi di strategia in genere propone uno spiegone sul mondo degli scacchi. Con numeri, statistiche e curiosità.

Gli scacchi sono un hobby praticato da circa 600 milioni di persone in tutto il mondo. Il Comitato Olimpico Internazionale sta valutando se includerlo o meno nelle prossime olimpiadi di Tokyo 2020 insieme ad altre 25 discipline “non tradizionalmente” olimpiche.

Come ogni altro sport è mentalmente provante (forse in maniera molto più esasperata), richiede un costante allenamento per migliorare le proprie abilità e soprattutto è sottoposto a controlli anti-doping per evitare l’assunzione di sostanze che possano garantire un vantaggio durante le competizioni.

C’è comunque una caratteristica degli scacchi che li colloca in un sottoinsieme piuttosto ristretto degli (aspiranti) sport, ossia quelli per i quali risulta difficile valutare la bravura di chi lo pratica in termini numerici, specialmente per i non addetti ai lavori.Non ci sono goal segnati, tempi sul giro, distanze percorse a parità di tempo; l’obiettivo è arrivare allo scacco matto. Quindi come è possibile quantificare la bravura di uno scacchista in termini pratici?

Noi di Infodata abbiamo utilizzato il sistema Elo con cui la FIDE (Fédération Internationale des Échecs) dal 1970 calcola la forza relativa di un giocatore sulla base dell’esito delle partite affrontate e relazionato al grado di sfida dell’avversario.

Il sistema prende il nome dal suo ideatore, Arpad Emrick Elo, professore di fisica americano con origini ungheresi, che sviluppò questo modello di calcolo in sostituzione del precedente, il sistema Harkness.

Nell’infografica che segue sono riportati tutti i migliori punteggi annuali per quanto riguarda il sistema Elo dal 1971 al 2018.
Interagendo con la scacchiera è possibile scoprire il nome dello scacchista detentore del punteggio più alto, ed in aggiunta è rappresentato anche l’andamento temporale degli score comparato con l’avanzamento del livello degli algoritmi artificiali

 

 

Il primo rating della storia venne pubblicato nel luglio del 1971 e da allora ci sono stati sette giocatori a contendersi il titolo di numero uno al mondo.

Va precisato che di questi sette campioni, nell’infografica ne sono riportati solamente sei perché per ogni anno è stato considerato il punteggio più alto sull’arco dei dodici mesi, a prescindere dal rappresentare un nuovo primatista nel panorama scacchistico come nel caso di Vladimir Kramink che nel Gennaio del 1996 detenne il punteggio più alto diventando brevemente il numero uno al mondo.

Bobby Fischer fu il primo ad aggiudicarsi il primato e lo conservò per cinque anni fino al 1975 (2780) prima di essere scalzato – soprattutto per mancanza di attività e di conseguenza impossibilità di mantenere il punteggio – da Anatoly Karpov che difese poi il titolo fino al 1985 (2720), pur venendo spodestato brevemente da Garry Kasparovnel 1984.

Lo stesso Kasparov, tramontato il regno di Karpov, è rimasto primatista per ben venti anni consecutivi, dal 1986 fino al 2005, diventando il primo a superare quota 2800 punti nel 1990, toccando l’apice di 2851 punti nel biennio 1999/2000.

Veselin Topalov e Viswanathan Anand si sono alternati nei quattro anni successivi prima che cominciasse il nuovo impero dell’attuale numero uno, il norvegese Magnus Carlsen, che ha ritoccato il punteggio massimo mai registrato portandolo all’apice dei 2882 punti nel 2014, all’età di 24 anni.

L’ascesa dei computer

Considerando che al momento il range tra i 2800 e i 2900 punti sembra essere il limite asintotico delle capacità umane, è curioso vedere invece come l’evoluzione degli algoritmi in tema di scacchi abbia radicalmente migliorato le prestazioni dei computer nel corso degli anni, per giunta in maniera molto aderente alle previsioni della legge di Moore con cui si ipotizzava un miglioramento lineare delle prestazioni dovuto all’aumentare “metodico” del numero di transistori in un determinato arco di tempo.

La scalata verso il raggiungimento delle abilità umane cominciata sul finire degli anni ’50 ha visto un progressivo aumento nei punteggi Elo delle soluzioni artificiali di circa 400 punti per ogni decade e, sul finire dello scorso millennio, è andata in scena la prima vera sfida tra uomo e macchina quando nel 1996 Garry Kasparov venne sfidato a misurarsi contro Deep Blue progettato da IBM.

Nel primo duello fu l’allora campione del mondo in carica ad avere la meglio, ma già soltanto l’anno seguente, a fronte di qualche modifica software, fu Deep Blue ad aggiudicarsi la vittoria sul gran maestro russo.

Con il progressivo miglioramento sia dell’hardware sia della parte algoritmica sul fronte del software, sin dai primi anni del nuovo millennio è apparso evidente come i punteggi Elo registrati dai computer fossero nettamente superiori alle facoltà umane, assestandosi in prossimità dei 3000 punti (2988 nel 2005), ben cento punti al di sopra del massimo valore attribuito ad un giocatore in carne ed ossa.

Attualmente la palma di miglior chess-engine è da attribuire a Stockfish 9, software open source disponibile per diverse piattaforme, che con i suoi 3438 si piazza davanti sia a Komodo 11 (3404) sia a Houdini 6 (3400), vale a dire gli unici altri due programmi in grado di sfondare il muro dei 3400 punti.