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Processi civili: dal 2013 un milione di liti in meno

Non sarà la rivoluzione, ma segnali di inversione di tendenza sono evidenti. Certo ancora insufficienti e però significativi. La lettura della Relazione sull’amministrazione della Giustizia depositata da poche ore in Parlamento (non ci sarà dibattito visto che le Camere sono state sciolte), permette di scattare una fotografia che coincide quest’anno con la fine della legislatura e assume le caratteristiche di un bilancio.
Rispetto al dicembre 2013, in cui erano pendenti 4.681.098 cause civili, alla data del 31 dicembre 2017 il totale nazionale (stimato) dei fascicoli pendenti risulta, al netto dell’attività di volontaria giurisdizione (giudice tutelare e verbalizzazione di dichiarazione giurata), pari a 3.634.146. L’andamento nazionale del carico dei procedimenti civili conferma, anche per l’anno 2017, il trend decrescente, con una riduzione della pendenza pari al 3,2 per cento.
Molto hanno inciso fattori come lo spazio più ampio dato alle soluzioni alternative delle controversie e la ormai chiara fisionomia di un circuito alternativo all’esercizio più consueto della giurisdizione, affidato in larghissima parte agli avvocati. Come pure significativo è stato il contributo della digitalizzazione dei procedimenti che ha dato risultati assai significativi per alcuni procedimenti “basici” come i decreti ingiuntivi. Va piuttosto osservato con qualche rammarico come lo scorcio finale della legislatura abbia impedito l’approvazione di due riforme “di struttura” come quella della procedura civile (al netto di un tentativo effettuato con l’ultima manovra ma poi ritirato per l’opposizione di magistrati e avvocati) e della Legge fallimentare.

Articolo sul Sole 24 Ore del 24 01 2018