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Speciale calciomercato. Le performance dei direttori sportivi. Monchi (Roma)

Ramón Rodríguez Verdejo, detto Monchi, è un nome che, nel mondo dei direttori sportivi, è sulla bocca di tutti da anni. Lo è perché, dopo una carriera da giocatore e da mago del mercato nel Siviglia, si è costruito la fama di manager infallibile, capace di scovare talenti valorizzandoli e di essere pure bravo a vendere per rispettare sempre i vincoli di bilancio.

 

Per questo motivo, Pallotta si è incaponito a volergli affidare le chiavi del mercato romanista, con buona pace di Walter Sabatini, sbarcato poi alla corte di Suning e dell’Inter. La curiosità, quindi, c’è tutta: i numeri giustificano la fama di Monchi? Proviamo a guardarli insieme.

 

 

 

 

Le stagioni al Siviglia

Consideriamo qui una coppia di stagioni, perché nel caso di Monchi abbiamo voluto considerare la sua esperienza pregressa proprio al Siviglia, sempre appoggiandoci a Transfermarkt per ottenere i dati relativi. Sia da un punto di vista degli acquisti, sia da quello delle cessioni, possiamo affermare che, effettivamente, si è conquistato a buon diritto la fama di un ottimo direttore sportivo.

 

In particolare, appare bravissimo a prendere giocatori pagandoli ad un prezzo giusto rispetto alle loro potenzialità che, tipicamente, si esprimono nel corso degli anni. Davvero degno di menzione il +109 milioni della stagione 2015/2016 (quella dell’acquisto di ‘Nzonzi, più volte accostato alla Juventus in seguito), così come è di tutto rispetto anche il +41 milioni della stagione successiva.

 

Monchi ha un bilancio favorevole anche sul fronte cessioni, dove i saldi per le stagioni 15/16 e 16/17 sono, rispettivamente, un +15 milioni e un +45 milioni, con le plusvalenze generate dalla vendita di Bacca al Milan, per esempio, o di Krychowiak al PSG.

 

In una piccola realtà come Siviglia, Monchi è riuscito a ottenere risultati brillanti, tra l’altro non solo dal punto di vista economico, come mostrano le due Europa League consecutive vinte dalla squadra andalusa durante la sua gestione.

 

 

 

L’arrivo alla Roma

La prima stagione in giallorosso deve essere analizzata con qualche premessa: innanzitutto, come già per gli altri direttori sportivi analizzati in questa serie di post, vale il discorso che concentriamo i nostri giudizi su una sola persona, quando è evidente che è un’intera struttura societaria la macchina oliata che conduce le trattative di mercato. Chiaro, dunque, che non è Monchi a fare miracoli: il direttore sportivo presta le sue competenze alla società e insieme ad altre persone.

 

Secondariamente, alcuni dei risultati che vedete per la stagione 2017/2018 vanno letti come di pertinenza non esclusiva di Monchi: vendere bene Salah, per esempio, è dovuto anche al fatto che qualcuno, prima di Monchi, lo deve avere acquistato a un buon prezzo. In ogni caso, sembra che la scelta di Pallotta, da un punto di vista gestionale, sia per ora assolutamente giustificata dalle operazioni del suo direttore sportivo.

 

Il saldo è positivo e consistente sia sul fronte acquisti che su quello cessioni, con rispettivamente un +17,7 milioni (non è contabilizzata l’operazione Schick, poiché è un prestito con obbligo di riscatto che verrà iscritto a bilancio dall’anno prossimo) e un notevolissimo +58 milioni. Di nuovo, le plusvalenze relative alla cessione di Salah, Rudiger e Paredes sono legate anche al prezzo di acquisto durante la gestione Sabatini. In ogni caso, sono numeri importanti, che mostrano una gestione senz’altro oculata, da un punto di vista di sostenibilità economica.

 

Quanto alle prestazioni sportive, i tifosi mugugnano, soprattutto per il prezzo di Schick. È comunque presto per esprimere un giudizio definitivo, innanzitutto considerando che il ragazzo è stato fermo per infortunio per mesi e non ha ancora potuto esprimere il suo talento. Inoltre, come visto, la transazione graverà sul bilancio a partire dalla stagione 2018/2019. La Roma si è intanto assicurata uno dei più promettenti talenti a livello mondiale e i dati relativi al Siviglia inducono, quanto meno, alla prudenza rispetto a un giudizio definitivo sull’operazione Schick.

 

Per le prestazioni sportive, la squadra capitolina è ancora in corsa in Champions League, dove si è qualificata in un girone difficilissimo, mentre in campionato attraversa una fase di appannamento, pur essendo in lotta per il terzo posto. Come sempre, dunque, aspettare e non cedere al fascino delle impressioni.

 

 

I dati sono stati presi dal portale www.transfermarkt.it e fanno riferimento alla stagione sportiva in corso e alle due precedenti. L’attuale sessione di mercato invernale è esclusa dal calcolo.

Nel caso un giocatore sia stato acquistato durante una delle stagioni considerate e quindi rivenduto non è stato considerato l’attuale valore di mercato ma il prezzo di vendita del cartellino.

Qualora un giocatore sia stato acquistato a parametro zero e quindi ceduto con la stessa formula o svincolato, è stato escluso dal calcolo. Del resto, almeno dal punto di vista del cartellino, si tratta di un’operazione a somma zero.

 

Come si legge il grafico: i giocatori sono ordinati per differenza tra prezzo di acquisto e valore di mercato. O tra prezzo di acquisto e di cessione. Le barre sono verdi se il giocatore ha generato una plusvalenza, rosse se ha causato una minusvalenza. Le dimensioni della barra fanno riferimento all’età: più è grande, più giovane è il calciatore in questione.