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cronaca

Consumi alimentari, le diete e i buoni propositi del 2018

Primi giorni del 2018, tempo di bilanci e buoni propositi anche in fatto di consumi alimentari. E non stupisce che, dopo i pranzi e i cenoni del periodo natalizio, la parola d’ordine in fatto di cibo sia “detox”. Il nuovo anno si aprirà quindi con una marcata attenzione da parte dei consumatori statunitensi per la salute e il benessere che, nella maggior parte dei casi, si declinerà in una cura particolare per l’alimentazione. Un fenomeno destinato a protrarsi anche oltre questi primi mesi e che – a ben guardare – si inscrive all’interno dei nuovi trend di consumo affermatisi nell’ultimo periodo.

 

Innanzitutto, la maggiore consapevolezza acquisita dai consumatori, sempre più sensibili alla qualità dei prodotti acquistati, ma anche alle etichette presenti sulle confezioni. Una sfida estremamente rilevante per i brand, perché un consumatore consapevole è un soggetto che si informa e che valuta i propri acquisti con maggiore attenzione. A confermare tutto questo, una ricerca condotta da Nielsen mostra che il 39% degli statunitensi è disposto a sostituire la marca di fiducia con un brand che realizzi etichette più chiare e accurate.

Acquisisce quindi sempre più importanza quello che è stato definito il “why behind the buy”, cioè informazioni che spieghino il perché si dovrebbe preferire uno specifico prodotto rispetto a un altro.

 

A questo si collega un secondo trend, quello del salutismo e dell’alimentazione a base di prodotti “free-from” (letteralmente “liberi da”). Perché, se è importante indicare chiaramente quali ingredienti sono presenti, sempre di più l’attenzione dei consumatori (nel 53% dei casi) si rivolge a quello che non è contenuto in un certo alimento. Pensiamo quindi alle diciture “senza-lattosio”, “senza-glutine”, “senza-olio di palma”, “senza-zucchero”, ecc.

Il 68% dei consumatori – intervistati negli Stati Uniti – dichiara di essere disposto a pagare un prezzo più alto per cibi e bevande che non contengano ingredienti percepiti come poco salutari o nocivi per il benessere fisico della persona.

 

La trasparenza e la chiarezza delle etichette non garantiscono solo una maggiore fidelizzazione del consumatore, ma sembrano guidare anche trend di vendita positivi. Gli acquisti di prodotti biologici sono aumentati del 10% rispetto al 2016, mentre quelli “senza additivi e ingredienti artificiali” segnano un +8%.