Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

Le mappe del 2017: le università più locali e quelle che attraggono più studenti

Quanto sono attrattive le università italiane? Quali, cioè, sono in grado di attirare studenti da altre province e da altre regioni? E quali invece hanno un’importanza più circoscritta, in un certo senso più locale? A rispondere a queste domande è Istat, in un rapporto intitolato “Studenti e bacini universitari”. Un corposo studio pubblicato a novembre dello scorso anno, che raccoglie dati relativi all’anno accademico 2014/2015.

 

Tra le tante tematiche prese in considerazione, ce n’è una che fa riferimento all’attrattività delle università. Mostra cioè, per ogni ateneo italiano, quanti siano gli iscritti provenienti da ciascuna provincia italiana. I risultati sono riassunti in questa infografica:

 

 

Come si legge l’infografica: la mappa mostra il numero di iscritti per ciascuna provincia italiana. I colori virano dal verde, al giallo, al rosso quanti più sono gli studenti originari di quel territorio. Se una provincia non viene visualizzata significa che per lo specifico ateneo selezionato non ci sono studenti da quel territorio. Il filtro “Regione” permette di selezionare la regione in cui si trova l’università per cui si vogliono conoscere i dati. Il filtro “Ateneo” consente di scegliere l’istituto da esaminare tra quelli presenti nel medesimo territorio regionale. Quando si passa da una università all’altra è normale che la mappa diventi completamente bianca.

 

Di default, la mappa mostra la situazione relativa all’università “La Sapienza” di Roma, la più grande realtà italiana per numero di iscritti. Come è facile immaginare, qui arrivano studenti da tutta Italia, con la sola eccezione della provincia di Asti. Si nota però come la quota maggiore degli iscritti sia residente a Roma e nel Lazio. Questo ateneo riesce ad attirare studenti anche dalla Campania, dalla Calabria e dalla Puglia. Ma il numero di ragazzi che dal Nord scendono nella capitale per ragioni di studio è residuale.

 

La “Federico II” di Napoli, la seconda realtà italiana per numero di iscritti, concentra invece la maggior parte dei propri studenti nel territorio campano. Anche gli studenti dell’Alma Mater di Bologna arrivano soprattutto dall’Emilia Romagna. Ma un discreto numero di iscritti risiede invece in Veneto, Marche e Puglia. Nonostante sia sempre ai primi posti, almeno per quanto riguarda l’Italia, nelle classifiche sulla qualità degli atenei, il Politecnico di Milano “pesca” quasi esclusivamente in Lombardia per riempire il proprio bacino di iscritti.

 

Il punto è che non si tratta di voler fare una classifica di quale sia l’ateneo migliore sulla base della percentuale di iscritti provenienti da fuori provincia. Sono molti altri i fattori che incidono, dalla qualità dell’insegnamento al numero chiuso per le facoltà che lo prevedono. Senza contare che a complicare la mobilità degli studenti può esserci di mezzo anche il mare. E basta guardare i casi delle università di Sassari e Cagliari per rendersene conto.

 

Piuttosto, i numeri raccolti da Istat servono soprattutto per altri scopi. Ad esempio, permettono ai sindaci delle città che ospitano gli atenei di capire meglio le caratteristiche della popolazione universitaria. Chi arriva da fuori provincia, soprattutto da fuori regione, più facilmente avrà bisogno di un alloggio in città rispetto a chi già ci risiede con la famiglia. E anche i trasporti andranno organizzati diversamente a seconda che gli studenti si siano trasferiti dove ha sede l’accademia o siano pendolari dal territorio provinciale. È su temi come questi, più che sulla didattica, che i numeri raccolti da Istat hanno qualcosa da dire.