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economia

Più contratti a tempo, meno autonomi. Come cambia il mercato del lavoro

L’occupazione continua a crescere, spinta in prevalenza dai contratti temporanei di breve durata (in media 3-4 mesi) che hanno toccato il massimo storico (2,7 milioni). A trainare il mercato sono soprattutto i servizi, ma specie negli ultimi mesi c’è una leggera ripresa anche della manifattura, con un aumento delle ore lavorate (effetto della riduzione della cassa integrazione). La situazione resta critica per giovani e autonomi. Tra il 2008 e il 2016 il tasso di occupati tra i 15 e 34 anni ha perso 10,4 punti percentuali, mentre quello degli over55 è cresciuto di 16 punti. Cali a doppia cifra anche per gli indipendenti nello stesso periodo (-7,3%), pari a 430 mila occupati in meno, anche «per la stretta sulle false collaborazioni operata dal Jobs act», ha spiegato il presidente Anpal, Maurizio Del Conte, mentre crescono solo i liberi professionisti. Va acceso un faro anche sugli autonomi occasionali, «la frangia critica dei piccoli lavoretti», ha aggiunto il presidente dell’Inps, Tito Boeri.
Il primo rapporto unificato ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal fotografa un «rallentamento della crescita» dei dipendenti a tempo indeterminato, che pure raggiungono il valore più elevato (14 milioni 966 mila unità), con un tasso di occupazione al 57,8% nel secondo trimestre del 2017 che avendo recuperato oltre due punti percentuali rispetto al valore minimo (terzo trimestre 2013, 55,4%) è tuttavia ancora distante di un punto da quello massimo del secondo trimestre 2008 (58,8%) e resta il secondo tasso più basso tra i paesi Ue28, dopo la Grecia. Il tasso di disoccupazione, sceso all’11,2% anche per effetto della riduzione del tasso di inattività, rimane pur sempre il quarto tasso più alto tra i paesi Ue28 (dopo Grecia, Spagna e Cipro).