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politica

La Cina in prima fila nella grande corsa all’Africa

Sarà anche un vertice euro-africano quello di oggi ad Abijan, capitale della Costa d’Avorio, ma alla vigilia del summit il primo a mettere le mani sulla questione è stato il presidente francese Emmanuel Macron che ha lanciato un piano per salvare i migranti in Libia.
Siamo al ritorno annunciato di “Françafrique”, che si traduce, in concreto in 14 Paesi africani membri del franco Cfa, con le loro riserve depositate nelle banche di Parigi, negli investimenti e nelle commesse alle multinazionali francesi – Total estrae in Africa un terzo della sua produzione mondiale di petrolio – accompagnate da una presenza militare di tutto rispetto.
Françafrique, vecchia espressione coniata quando si doveva tenere insieme i pezzi dell’Impero francese in disfacimento, si è lanciata nel 2011 nel bombardamento da parte di Nicolas Sarkozy del leader libico Gheddafi, quando i caccia francesi, inglesi e americani avviarono la disgregazione di un regime senza avere in tasca neppure il simulacro di un ricambio.
Ma la posta in gioco per Parigi allora era molto alta. In una mail inviata a Hillary Clinton e datata 2 aprile 2011, il funzionario Sidney Blumenthal rivela che Gheddafi voleva sostituire il Franco Cfa con un’altra moneta panafricana. Lo scopo del Colonnello era rendere l’Africa francese indipendente da Parigi.

Articolo sul Sole 24 Ore del 29 11 2017