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economia

Robot: lo sprint delle macchine utensili in Italia

La massa di ordini raccolta nel 2017 dai costruttori italiani di macchine utensili arriva quasi a saturare la capacità produttiva, con un tasso di utilizzo medio degli impianti che si impenna all’83%, il massimo dal livello pre-crisi.
La “squadra” italiana sbarcata alla Emo di Hannover, maggiore rassegna mondiale del comparto iniziata ieri, non potrebbe presentarsi in effetti in condizioni migliori. Le 274 imprese presenti (seconda compagine nazionale più numerosa dopo quella dei padroni di casa tedeschi) possono contare infatti su un mercato interno spumeggiante, in grado di gonfiare il portafoglio ordini come mai accaduto da dieci anni a questa parte.

Articolo sul Sole 24 Ore del 19 settembre 2017
Ultimi commenti
  • Marengo Massimo |

    Buongiorno
    Sono il titolare di un’azienda del nord ovest Alba ( cn ) , ci occupiamo di energia , possediamo due brevetti su sistemi innovativi di risparmio energetico .
    Premetto che sono molto favorevole all’innovazione tecnologica e a quanto di positivo è stato portato avanti per supportare le aziende negli ultimi anni .
    Vorrei però portare alla luce un problema mai citato dai mass media relativo alla ripartizione e distribuzione degli incentivi industria 4.0, i quali, sono stati dedicati ESCLUSIVAMENTE ad alcuni macchinari produttivi escludendo tutta la categoria relativa all’energia e al risparmio energetico industriale e quindi indirettamente anche all’edilizia e alle ristrutturazioni energetiche Industria 4.0 .
    Non vedo però la differenza tra una macchina taglio laser , una impacchettatrice , una stampante 3D, ECC… , tutte comprese negli elenchi di ammissibilità , da una caldaia , un gruppo frigo , un cogeneratore , un inverter …, naturalmente tutti di ultima generazione e gestiti in modo automatico e intelligente da un software e un computer .
    Questa discriminazione ha causato si’, un enorme aumento di ordinativi sui beni incentivati suddetti, ma anche un enorme calo su quelli non incentivati , anche se innovativi , computerizzati e connessi ad un sistema intelligente; le aziende hanno scelto ovviamente di investire laddove l’incentivo fiscale era maggiore, ma , date le limitate risorse hanno sospeso o posdatato tutte le altre tipologie di investimenti provocando forti difficoltà alle aziende che non rientrano nelle categorie dei beni incentivati .
    Come voi giustamente citate tante aziende sono in overbooking di ordini con tempi di consegna di quasi un anno, difatti si sono addirittura dovuti allungare i termini di consegna con una modifica alla legge.
    Ritengo inoltre che occorra cercare di aiutare e supportare quelle categorie di aziende , come citato tempo fa dal presidente Boccia, che si trovano non nel 20% di aziende che già vanno bene e producono utili, ma il restante 60% che ancora non è uscito dalla crisi, ma che, se correttamente aiutati e stimolati, potrebbero aiutare fortemente sia la ripresa dell’economia italiana che l’occupazione, attualmente ancora molto in difficoltà sulle categorie che lavorano prettamente nel mercato interno .
    Cordiali saluti

  • Marengo Massimo |

    Buongiorno
    Sono il titolare di un’azienda del nord ovest Alba ( cn ) , ci occupiamo di energia , possediamo due brevetti su sistemi innovativi di risparmio energetico .
    Premetto che sono molto favorevole all’innovazione tecnologica e a quanto di positivo è stato portato avanti per supportare le aziende negli ultimi anni .
    Vorrei però portare alla luce un problema mai citato dai mass media relativo alla ripartizione e distribuzione degli incentivi industria 4.0, i quali, sono stati dedicati ESCLUSIVAMENTE ad alcuni macchinari produttivi escludendo tutta la categoria relativa all’energia e al risparmio energetico industriale e quindi indirettamente anche all’edilizia e alle ristrutturazioni energetiche Industria 4.0 .
    Non vedo però la differenza tra una macchina taglio laser , una impacchettatrice , una stampante 3D, ECC… , tutte comprese negli elenchi di ammissibilità , da una caldaia , un gruppo frigo , un cogeneratore , un inverter …, naturalmente tutti di ultima generazione e gestiti in modo automatico e intelligente da un software e un computer .
    Questa discriminazione ha causato si’, un enorme aumento di ordinativi sui beni incentivati suddetti, ma anche un enorme calo su quelli non incentivati , anche se innovativi , computerizzati e connessi ad un sistema intelligente; le aziende hanno scelto ovviamente di investire laddove l’incentivo fiscale era maggiore, ma , date le limitate risorse hanno sospeso o posdatato tutte le altre tipologie di investimenti provocando forti difficoltà alle aziende che non rientrano nelle categorie dei beni incentivati .
    Come voi giustamente citate tante aziende sono in overbooking di ordini con tempi di consegna di quasi un anno, difatti si sono addirittura dovuti allungare i termini di consegna con una modifica alla legge.
    Ritengo inoltre che occorra cercare di aiutare e supportare quelle categorie di aziende , come citato tempo fa dal presidente Boccia, che si trovano non nel 20% di aziende che già vanno bene e producono utili, ma il restante 60% che ancora non è uscito dalla crisi, ma che, se correttamente aiutati e stimolati, potrebbero aiutare fortemente sia la ripresa dell’economia italiana che l’occupazione, attualmente ancora molto in difficoltà sulle categorie che lavorano prettamente nel mercato interno .
    Cordiali saluti

  • Cucchi ALESSIO |

    con piacere leggo gli incrementi legati anche a incentivi fiscali, ma e’ Con dispiacere che rilevo che a tutt’oggi un importante polo di costruttori con brand di qualita’, Italiani non e’ Ripartito dopo le difficolta’ finanziarie e che nessuno, (CDP compresa ) non sia intervenuta per risanare e riprendere la produzione al fine di non disperdere conoscenze e quote importanti di mercato oggi appannaggio di imprese straniere .

  • Cucchi ALESSIO |

    con piacere leggo gli incrementi legati anche a incentivi fiscali, ma e’ Con dispiacere che rilevo che a tutt’oggi un importante polo di costruttori con brand di qualita’, Italiani non e’ Ripartito dopo le difficolta’ finanziarie e che nessuno, (CDP compresa ) non sia intervenuta per risanare e riprendere la produzione al fine di non disperdere conoscenze e quote importanti di mercato oggi appannaggio di imprese straniere .

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