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economia

Case di proprietà: l’Italia subito dopo i paesi dell’est Europa

La presenza di abitazioni di buona qualità a prezzi accessibili può essere un fattore chiave per dare indicazioni sulla situazione di una nazione dal punto di vista delle politiche sociali, delle pari opportunità, della mobilità e della riduzione della povertà.
L’Affordable Housing Database (AHD) è stato sviluppato con questo intento, in modo da poter essere indicativo nella valutazione delle politiche delle nazioni di cui sono stati raccolti i dati. Il database riunisce e incrocia le informazioni relative ai paesi OCSE e agli Stati membri dell’UE.
La banca dati contiene diversi indicatori. L’analisi e la grafica si sono concentrate sul contesto del mercato degli alloggi, incrociando due dataset. Uno relativo alle condizioni con cui le famiglie occupano tutta o una parte dell’unità abitativa, l’altro concentrato sull’analisi dei prezzi delle case e sulla variazioni di prezzo a livello regionale all’interno di ogni nazione.
Case di proprietà o in affitto?

 

 

La Bulgaria è la nazione in cui sono presenti più case di proprietà senza alcun mutuo in sospeso relativo all’abitazione. L’81.5% delle dimore sono infatti possedute dalle famiglie, a cui si aggiunge il 2.1% di abitazioni di proprietà ma con un mutuo in sospeso.
In generale, in tutti i paesi ex comunisti dell’Europa Centrale e Orientale la percentuale di proprietari senza mutuo è molto elevata. In Ungheria siamo al 73.5%, che raggiunge l’88.2% aggiungendo le abitazioni su cui ancora pende un mutuo. Una situazione spiegabile dal fatto che, alla caduta dell’Unione Sovietica e dei regimi comunisti, è stato offerto agli inquilini di acquistare le abitazioni in cui risiedevano a un prezzo molto basso.
Al polo apposto i paesi nordici, che registrano una percentuale molto bassa di case di proprietà senza alcun muto pendente. La Norvegia si attesta al 21.9%,la Danimarca intorno al 15%, l’Olanda al 9.8%, la Svezia al 9.2%. Danimarca, Olanda e Svezia sono, al contempo, anche i paesi col maggior numero di dimore in affitto, con le percentuali più alte di tutte le nazioni analizzate e il picco danese del 46%.
L’Italia, tra i paesi presi in analisi, si pone subito dopo le nazioni dell’est Europeo dal punto di vista della percentuale di proprietari senza mutuo. Un paese in cui, tradizionalmente, le famiglie hanno avuto un ruolo importante nel facilitare il possesso di case di proprietà ai figli, tramite eredità o sostegno finanziario. Si registra infatti un 57.6% di proprietari, a cui si aggiunge il 14.2% su cui ancora pende un mutuo, per un totale di 71.8%. Le abitazioni affittate da privati sono il 14.5% del totale, mentre il 4% rappresentano gli affitti a prezzi di mercato ridotti dovuti a sussidi o abitazioni e strutture il cui affitto è stabilito per legge.

Ultimi commenti
  • massimo r. |

    Le tasse non andrebbero pagate sulla prima casa perché non generatrice di reddito. benissimo, infatti è già così. Ma perché le seconde , terze ,quarte.. case, se non date in affitto, né vendute, come può capitare ad es. per difficoltà di mercato, o perché appena ereditate (e già gravate dalla tassa di successione), dovrebbero essere considerate generatrici di reddito? e non bisognose di spese di mantenimento? Se sono investimenti finanziari lo si vedrà solo quando daranno reddito e se lo daranno, nel frattempo rappresentano solo costi di manutenzione. Che siano solo beni voluttuari e per questo debbano essere tassati indica un impegno contro la “voluttà” degno di un paese dove viga il fondamentalismo islamico. Che debbano esserlo perché non necessarie alla sopravvivenza indica un idea di società in cui è ammissibile solo sopravvivere. Chi abita in ville principesche, poi, non è detto che debba via via spogliarle di arredi o altro per pagare le tasse annuali.
    Ma ce lo vogliamo mettere in testa che l’unica tassa lecita è quella sul reddito reale? e che ogni tassa sulla proprietà (e, ripeto, non sul reddito reale che questa effettivamente produce) è una doppia tassazione? ovvero un’ acrobazia contabile, illegittima, incostituzionale, e sostenuta da una cultura medioevale di derivazione clerico-comunistica?

  • massimo r. |

    Le tasse non andrebbero pagate sulla prima casa perché non generatrice di reddito. benissimo, infatti è già così. Ma perché le seconde , terze ,quarte.. case, se non date in affitto, né vendute, come può capitare ad es. per difficoltà di mercato, o perché appena ereditate (e già gravate dalla tassa di successione), dovrebbero essere considerate generatrici di reddito? e non bisognose di spese di mantenimento? Se sono investimenti finanziari lo si vedrà solo quando daranno reddito e se lo daranno, nel frattempo rappresentano solo costi di manutenzione. Che siano solo beni voluttuari e per questo debbano essere tassati indica un impegno contro la “voluttà” degno di un paese dove viga il fondamentalismo islamico. Che debbano esserlo perché non necessarie alla sopravvivenza indica un idea di società in cui è ammissibile solo sopravvivere. Chi abita in ville principesche, poi, non è detto che debba via via spogliarle di arredi o altro per pagare le tasse annuali.
    Ma ce lo vogliamo mettere in testa che l’unica tassa lecita è quella sul reddito reale? e che ogni tassa sulla proprietà (e, ripeto, non sul reddito reale che questa effettivamente produce) è una doppia tassazione? ovvero un’ acrobazia contabile, illegittima, incostituzionale, e sostenuta da una cultura medioevale di derivazione clerico-comunistica?

  • enrico l'analista |

    L’abitazione dovrebbe essere considerata un bene primario come acqua e aria (senza le quali notoriamente si muore) e quindi dovrebbe dalle istituzioni esserne agevolata la proprietà per ogni singolo nucleo familiare esistente, appunto in quanto diritto inalienabile. E poichè in questo caso non sarebbe cespite che genera reddito ma solo spese per il mantenimento, le tasse dovrebbero essere pagate solo dalle seconda casa (se esistente) in su, in quanto divenuta in questo caso ovviamente corrispondente ad un investimento finanziario e bene voluttuario, e non necessario per la sopravvivenza. Quindi da questo punto di vista i paesi esteuropei sono avvantaggiati. Si potrebbe poi discutere sul fatto che chi possiede ville principesche o castelli e ci vive, dovrebbe essere esentato dalla tassazione solo per una quota riconducibile ad una prima casa signorile e niente di più. Enrico l’analista.

  • enrico l'analista |

    L’abitazione dovrebbe essere considerata un bene primario come acqua e aria (senza le quali notoriamente si muore) e quindi dovrebbe dalle istituzioni esserne agevolata la proprietà per ogni singolo nucleo familiare esistente, appunto in quanto diritto inalienabile. E poichè in questo caso non sarebbe cespite che genera reddito ma solo spese per il mantenimento, le tasse dovrebbero essere pagate solo dalle seconda casa (se esistente) in su, in quanto divenuta in questo caso ovviamente corrispondente ad un investimento finanziario e bene voluttuario, e non necessario per la sopravvivenza. Quindi da questo punto di vista i paesi esteuropei sono avvantaggiati. Si potrebbe poi discutere sul fatto che chi possiede ville principesche o castelli e ci vive, dovrebbe essere esentato dalla tassazione solo per una quota riconducibile ad una prima casa signorile e niente di più. Enrico l’analista.

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