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finanza

Il ruolo delle monetine da 1 e 2 cent per la “startup” dell’euro

Monete da 1 e 2 cent, addio alle più coniate. A quindici anni (e qualche mese) dalla start up dell’euro, la manovrina manda in pensione due dei suoi protagonisti metallici con lo stop al conio di nuove monetine da 1 o 2 centesimi. La mossa arriva dopo diversi tentativi mancati e con la promessa, si spera mantenuta, che gli arrotondamenti di prezzo verranno ben monitorati. Ma quanto hanno pesato questi spiccioli nei primi anni di circolazione della moneta europea?

Nell’Info Data vengono illustrate le “emissioni nette” sono pari alla differenza tra le monete emesse dalla Banca d’Italia e quelle versate alla Banca d’Italia. Il dato negativo si spiega perché la Banca d’Italia e le banca ritirano il conio più deteriorato.

 

Una pubblicazione di un mese fa della Banca d’Italia sulle emissioni nette italiane di monete in euro (emissioni nette, ovvero la differenza tra le monete “esitate” da Palazzo Koch alle banche e quelle ritirate dalle medesime banche e dal pubblico perché consumate) rivela che il loro ruolo al debutto fu piuttosto rilevante. Nel 2002, primo anno dell’euro, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha prodotto 1.061 milioni di monetine da 1 cent e 917 milioni di monetine da 2 cent, che hanno rappresentato il 29,4% del totale delle monete prodotte in quell’anno (6 miliardi e 732 milioni). Nell’intero quindicennio la produzione di monetine prodotte dall’Istituto Poligrafico e poi trasferire alla Banca d’Italia per la loro distribuzione alle banche e al pubblico è salito a 6 miliardi e 307 milioni, pari al 40% del totale di tutte le monete prodotte, ovvero 15 miliardi e 544 milioni (per un valore di 4,3 miliardi di euro).

 

 

Le curiosità di questa mini-storia metallica sono tante, a partire dal primato delle monetine da un centesimo, emesse in un numero netto di 3,5 miliardi di pezzi, mentre la meno coniata in assoluto è stata la moneta da 2 euro, l’unica che nel quindicennio si è fermata sotto la soglia del miliardo, a 767 milioni. Proprio quelle monetine da tanti ritenuti quasi inutili sono state le più prodotte, seguite dai due cent (2,78 miliardi) e i 5 cent (2,15 miliardi).

Ultimi commenti
  • Filippo |

    Intanto nomineranno qualche cervello pensante che appartiene alla solita giostra : Gubitosi dalla RAI a Ferrovie poi ad Alitalia, Montezemolo da Ferrari ad Alitalia ad Aeroporti di vattelappesca e poi, Cattaneo da RAI a Telecom e poi a….., Moretti da Ferrovie a Finmeccanica….

  • Filippo |

    Intanto nomineranno qualche cervello pensante che appartiene alla solita giostra : Gubitosi dalla RAI a Ferrovie poi ad Alitalia, Montezemolo da Ferrari ad Alitalia ad Aeroporti di vattelappesca e poi, Cattaneo da RAI a Telecom e poi a….., Moretti da Ferrovie a Finmeccanica….
    poi chi si avvantaggerà degli inevitabili arrotondamenti, mica per caso bertoldo ?

  • Abel Lovotrico |

    Sono assolutamente d’accordo con l’eliminazione delle monetine più piccole, perché ambedue non hanno veramente influenza per l’economia in ogni senso. Anzi, ad Asti, dove abito, c’è un supermercato che arrotonda verso il basso ogni spesa.

  • Alan |

    Il problema caro Francesco è che non esiste un rimedio, di alcun genere. Solo cercare di rattoppare gli errori commessi sperando che chi se ne occupi non ne commetta di peggiori

  • Francesco Romano |

    IL fatto che costi coniare ben 4 centesimi la moneta da 1 centesimo e 4,5 centesimi la moneta da 2 centesimi (quindi un costo di fabbricazione piu’ che doppio rispetto al valore nominale della moneta) la dice lunga sull’ intelligenza dei cervelloni che hanno ideato tutto cio’.
    Sarebbe stato il caso di introdurre il cartaceo per la moneta da 1 euro al fine di cercare di evitare un andamento inflattivo dei prezzi che ha creato disagio a tutti.
    Speriamo che venga nominato dirigente qualche cervello pensante che ponga rimedio al mal fatto.

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