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finanza

Banche: la crisi attacca la redditività del settore


Adesso il costo della crisi arriva direttamente a incidere sulla redditività del settore del credito, in discesa rapida. Questo è il quadro che emerge dall’aggiornamento dello studio di Mediobanca dedicato alla grandi banche europee, che analizza i dati del primo semestre dei 21 maggiori istituti continentali includendo, per l’Italia, Intesa-Sanpaolo e Unicredit. Qual è quindi la situazione delle due italiane rispetto alla media europea?
In generale si assiste a un calo della redditività dei 21 del 20,7%, che passa dai 47,86 miliardi di euro del 2015 ai 37,95 attuali. Inoltre l’ultima riga del conto economico riflette una riduzione dei ricavi che sfiora il 10%, non compensata dal taglio dei costi operativi (fermo all’1%).
Mentre le perdite su crediti sono diminuite in valore assoluto, hanno aumentato l’incidenza sul totale dei ricavi e il risultato netto è stato un calo al 15,9% dal 18%. Intesa Sanpaolo però batte la media con un Roe del 7,5%, rispetto al 6,1% europeo e un’incidenza dell’utile sui ricavi del 20,9%. Situazione opposta per Unicredit che resta sotto la media europea.
Il complesso dei big del credito è diventato anche meno efficiente con un rapporto cost/income al 67,7%. Le due italiane sono mediamente in linea col resto dell’Europa, mentre le svizzere e le tedesche spiccano per inefficienza.
I crediti dubbi netti delle 21 banche sono calati del 2,5%. Unicredit ha fatto di più con un taglio del 5,6%, Intesa un po’ meno con un -2%. Entrambe hanno ceduto Npl, ma hanno anche segnalato un rallentamento dell’afflusso di crediti deteriorati, in particolare il gruppo Sanpaolo ha evidenziato il più basso flusso semestrale dal 2007. Il peso dei dubbi netti nei bilanci delle italiane rappresenta ancora un’anomalia assoluta nel panorama europeo; nella media i due istituti registrano un’incidenza sul totale dei crediti alla clientela pari al 7,6%, contro l’1,9% della media.
Le banche italiane si confermano però tra le meno esposte in assoluto sul fronte dei derivati, con il 9,5% sul totale dell’attivo. Intesa vanta anche il miglior punteggio di sempre con un leverage ratio del 6,6% rispetto alla media europea di 4,7%.

Articolo sul Sole 24 Ore del 30 novembre a pagina 5