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finanza

Il balzo dei titoli di Stato e le speculazioni sull'uscita dal Qe


È fissata a marzo 2017 la scadenza del programma di Quantitative easing, ma la Banca centrale europea ancora non fa chiarezza su quali saranno le mosse future. Un silenzio che crea una situazione di incertezza, alimentando di conseguenza comportamenti altalenanti sul mercato delle obbligazioni.
Come l’episodio che si è verificato ieri (4 ottobre 2016) quando, alla fine della seduta sui mercati obbligazionari continentali, c’è stata un’improvvisa ondata di vendite che ha fatto impennare i rendimenti dei bond governativi in maniera generalizzata. Il Bund a 10 anni, che nel corso della giornata aveva oscillato tra -0,11% e -0,09%, si è impennato fino a -0,0457%.
La notizia che ha innescato questo “sell-off” riguarda un presunto consenso informale tra i banchieri centrali sul fatto che la fine del programma di Quantitative easing debba avvenire in maniera graduale con una riduzione degli acquisti mensili di 10 miliardi di euro alla volta. Gli acquisti cumulati di titoli ha infatti continuato a crescere dal 2015 in poi – passando da poco meno di 200 miliardi di euro nell’aprile dello scorso anno a quasi 1.400 miliardi a settembre 2016.
Una cosa è certa, a pochi mesi dalla scadenza del piano: il programma di stimoli monetari necessita di tagliando. Anche perché rispettare i criteri che la stessa Bce si è autoimposta per mettere in atto gli acquisti è sempre più complicato.

Articolo pubblicato a pagina 2 del Sole 24 Ore del 5 ottobre 2016