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Nuovo Isee: domande in calo del 24% rispetto al 2014. Richieste dimezzate in Campania

A spiegare la flessione delle richieste di Isee possono essere almeno due motivi. Il primo è l’effetto di deterrenza determinato appunto dai controlli su conti correnti e libretti di risparmio. Peraltro, il sistema è entrato pienamente a regime da ottobre: l’Inps e l’agenzia delle Entrate sono in grado di accedere ai dati bancari e postali e di verificare in pochi giorni l’insieme del patrimonio mobiliare del richiedente. Eventuali “dimenticanze” nella dichiarazione sono ora segnalate dal sistema, come precisa Raffaele Tangorra, direttore generale per l’inclusione e le politiche sociali del ministero del Lavoro: «Da alcune settimane – spiega – i dati non dichiarati sono evidenziati al cittadino al momento della richiesta dell’Isee, dandogli la possibilità di rettificare la Dsu». È probabile dunque che la domanda sia presentata sempre più frequentemente, oggi, in caso di effettiva necessità del nucleo familiare. Il secondo motivo del calo delle Dsu è l’uso ancora limitato del nuovo indicatore nei Comuni, che in buona parte dei casi non hanno neanche ritoccato le soglie per accedere alle prestazioni agevolate, come previsto dalla nuova normativa.

L’Isee perde “per strada” un quarto delle richieste. Nei primi sei mesi del 2015 sono state presentate 2,2 milioni di richieste, contro i 2,9 milioni del primo semestre 2014. In pratica, il 24% in meno. Il vero e proprio crollo delle domande (le Dsu) si registra nelle regioni del Sud: Campania (-45,6%), Calabria (-42,1%), Puglia (-38,4%), Sicilia (-37,5%). In controtendenza, invece Trentino Alto Adige (+12,9%), Friuli Venezia Giulia (+17,8) e Basilicata (+26,6). Crolla, infine il numero di dichiarazioni con patrimonio nullo, passato dal 73% al 19% del totale.

Tratto da Il Sole 24 ORE del 23/11/2015, pagina 7