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economia

Industria italiana: dalla diffusione di robotica e 3D un aumento del giro d’affari di 8,6 miliardi annui

Una spinta in avanti, quantificabile in 8,6 miliardi in più all’anno. Una (auspicabile) estensione dell’utilizzo della robotica e del 3D manifacturing tra le imprese può portare in dote al manifatturiero italiano una crescita addizionale del valore della produzione. Sommato al 2,8% di media annua già previsto nel prossimo triennio, l’incremento del giro d’affari può essere del 4,3 % dal 2015 al 2017. Si stima in 4,3 miliardi, in parallelo, il valore aggiunto addizionale, per un effetto espansivo sull’occupazione di 39mila addetti all’anno. Le conclusioni di Make in Italy, studio ideato dall’omonima fondazione e realizzato da Fondazione Nord Est e Prometeia in occasione di Maker Faire – la manifestazione dedicata all’innovazione ospitata dall’Università La Sapienza di Roma da oggi fino a domenica – danno un segnale tangibile della capacità del manifatturiero italiano di sfruttare le opportunità dell’Industria 4.0, l’annunciata «rivoluzione digitale» nelle fabbriche.

Le aziende che investono in tecnologie 3D e robotica sono più performanti in termini di valore aggiunto rispetto ai competitors di settore che ne fanno a meno. Il divario nel rapporto valore aggiunto/produzione tra imprese “tecnologiche” e “tradizionali” aumenta di anno in anno: nel 2007 era di 1,3 punti percentuali, mentre nel 2014 è stato addirittura del 6,2%.

Tratto da Il Sole 24 ORE del 16/10/2015, pagina 19