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finanza

Poste Italiane verso la quotazione in Borsa. La società vanta un risparmio amministrativo da 469 miliardi di euro

La quotazione in Borsa di Poste Italiane comincia a prendere forma. Ieri è arrivato un primo via libera all’operazione, anche se il passaggio più importante, il nulla osta della Consob alla pubblicazione del prospetto informativo, sta richiedendo più tempo del previsto. Il consiglio della commissione presieduta da Giuseppe Vegas si è riunito nel tardo pomeriggio di ieri, ma la disamina del documento evidentemente ha richiesto qualche approfondimento in più visto che si è ritenuto di rinviare la concessione del via libera alla pubblicazione ad oggi. Il consiglio si è aggiornato dopo un paio d’ore di riunione e tonerà a riunirsi questa mattina: non risulta, almeno a ieri sera, che siano state richieste alla società ulteriori integrazioni al prospetto. Certo è che se il nulla osta non arriva entro oggi la partenza dell’offerta lunedì 12 ottobre, come auspicato dall’azionista ministero dell’Economia, diventa difficile.
Del resto, non si tratta di un’Ipo semplice: la società ha un business molto articolato, si tratta comunque di una privatizzazione importante e una quota consistente del pubblico indistinto cui verrà destinata l’offerta – come i clienti e i dipendenti di Poste – non ha grande dimestichezza con i rischi finanziari. E per questo motivo l’attenzione della Consob deve essere molto elevata.

Il business di Poste Italiane è molto articolato e vanta numeri per certi versi impressionanti, a partire dai 50 milioni di operazioni postali giornaliere (garantite grazie a 8 aerei e 38.000 mezzi), passando per i 6,2 milioni di conti correnti postali gestiti, fino ai 469 miliardi di risparmio amministrativo.

Tratto da Il Sole 24 ORE del 09/10/2015, pagina37