Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
economia

Export, il calo delle valute fa tremare le imprese italiane. A rischio il 10% delle esportazioni

Per gli esportatori europei c’è stato appena il tempo di gioire osservando la brusca risalita del dollaro rispetto alla valuta comune (ieri tornato ai massimi da gennaio sul biglietto verde), ripresa che ora rischia di essere oscurata dalla nuova caduta di rublo, real, lira. Anche se in realtà Russia, Brasile e Turchia sono in buona compagnia, affiancate nella loro discesa da decine di altre valute. Alcune, come il tenge kazaco, sconosciute ai più prima del recente tracollo, che ha portato la moneta di Astana a cedere in un solo giorno quasi un quarto del proprio valore. Poco male si dirà. Perché in effetti il made in Italy manifatturiero diretto in Kazakhstan nei primi 5 mesi del 2015 è stato pari ad appena 220 milioni di euro, insignificante rispetto ai 163 miliardi piazzati dalle nostre imprese nel mondo. I guai, in realtà sono ben maggiori. E guardando solo ai primi 20 mercati di sbocco del made in Italy, già si vedono danni potenziali per miliardi di euro. Cina (e Hong Kong), Turchia, Russia e Brasile, i principali mercati soggetti a svalutazioni o rallentamenti decisi dell’economia, valgono da soli quasi il 10% dell’export manifatturiero nazionale.

Nel 2015 l’export italiano nei 20 maggiori mercati di sbocco è stato tendenzialmente positivo, fatta eccezione per Russia e Brasile che hanno registrato rispettivamente il -29,1% e il -13,4% rispetto al 2014. La svalutazione delle monete di Turchia, Cina, Russia, Brasile e Hong Kong nelle ultime settimane ha però messo in allarme le imprese italiane, che temono conseguenze catastrofiche sulle esportazioni dei prossimi mesi, con perdite potenziali di miliardi di euro

Tratto da Il Sole 24 ORE del 25/08/2015, pagina 6