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finanza

Il Pil cinese è attendibile? Il contrasto tra crescita al 7% e calo degli altri indicatori fa sorgere dubbi

Nel primo trimestre del 2015 il Pil cinese è cresciuto, secondo le statistiche nazionali, del 7% annuo. Tondo tondo. Nel secondo trimestre l’espansione è stata ancora del 7%. Il Governo della Repubblica popolare, che ha posto proprio al 7% l’obiettivo annuo di crescita, sembra insomma non sbagliare un colpo, come se avesse in mano il telecomando dell’economia. Ma sui mercati questa precisione millimetrica, quasi svizzera, desta ogni giorno sempre più sospetti: e se i dati sul Pil fossero un po’ «gonfiati»? Se la crescita economica fosse inferiore a quanto annunciato ogni trimestre? Questa domanda se la pongono in tanti. Per un motivo ben preciso: altri dati economici (come il consumo di energia elettrica) sembrano suggerire una crescita effettiva inferiore rispetto a quella riportata dalle statistiche ufficiali.

Storicamente la crescita del Pil ha sempre avuto un legame quasi perfetto con l’aumento dei consumi elettrici (che sono fortemente correlati alla produzione industriale, specie per un Paese manifatturiero come la Cina). Negli ultimi due anni, però, questo legame sembra essersi spezzato: nel 2014 il Pil è infatti aumentato del 7,3% mentre il consumo di elettricità di appena il 3,8% (secondo la National Energy Administration). Ma è nel primo semestre del 2015 che la correlazione sbanda del tutto: mentre l’economia è cresciuta ad un tasso annualizzato del 7%, il consumo di elettricità si è fermato al +1,2%. Lo stesso discostamento si può notare anche nelle vendite al dettaglio e nella crescita dei ricavi delle aziende quotate alla borsa di Shanghai, che hanno subito un forte ridimensionamento della crescita tra il 2014 e il 2015.

Tratto da Il Sole 24 ORE del 05/08/2015, pagina 6