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economia

Affitti a canone concordato, a Milano aliquota Imu agevolata allo 0,65%

A sedici anni dalla prima firma, la scorsa settimana è stato raggiunto a Milano il rinnovo dell’accordo sul canone concordato. A inizio giugno è arrivata una nuova intesa anche a Napoli, dove il testo definito dalle associazioni di inquilini e proprietari risaliva al 2003. E al 2003 era fermo anche l’accordo di Ancona, che ha visto il rinnovo entrare in vigore lo scorso gennaio. Sono alcuni esempi di capoluoghi regionali che provano a rivitalizzare uno strumento – quello della locazione a costi convenzionati – a lunghi tratti sottovalutato. Ma da Pesaro a Pavia, da Brescia a Benevento, sono diversi i Comuni che negli ultimi sette mesi, raccontano gli addetti ai lavori, hanno proceduto a svecchiare gli accordi. In alcuni casi si è così giunti alla terza o quarta “generazione”. Anche oltre se guardiamo ai più virtuosi come Bologna, che in tanti additano a modello perché evidenzia una quota di contratti concordati pari a circa il 70%.

Milano è stata l’ultima fra le grandi città a rinnovare l’accordo territoriale per il canone concordato, che oggi prevede una differenza tra canone libero e canone concordato del 30% e un’Imu agevolata allo 0,65%. Il comune più virtuoso sotto l’aspetto dei canoni concordati è Bologna (che ha rinnovato gli accordi l’ultima volta nel 2013) con il 70% circa dei contratti di locazione a “costo convenzionato”

Tratto da Il Sole 24 ORE del 02/07/2015, pagina 19