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economia

Ad aprile gli occupati sono 159mila in più. Cresce anche l’occupazione giovanile (15,9%)

Ad aprile, dopo due mesi di aumento, il tasso di disoccupazione è sceso di 0,2 punti percentuali, arrivando al 12,4 per cento. Lo rende noto l’Istat, segnalando che i disoccupati diminuiscono su base mensile dell’1,2% (-40 mila). Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5% (-17 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti. Nel primo trimestre il tasso di disoccupazione, cresciuto ininterrottamente dal terzo trimestre del 2011, è sceso al 13 per cento. Qui l’articolo sul Il Sole 24 Ore.com.

La crescita dell’occupazione registrata ad aprile coinvolge anche i più giovani. Gli occupati 15-24enni sono 946 mila, in aumento del 5,7% rispetto a marzo (+51 mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,9%, cresce di 0,9 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Quanto ai primi tre mesi, scrive inoltre l’Istat,  continua a crescere il numero di occupati su base annua (+133 mila unità, 0,6%). L’aumento riguarda entrambe le componenti di genere e tutte le ripartizioni territoriali, soprattutto il Nord (+0,6%, 71 mila unità) e il Mezzogiorno (+0,8%, 47 mila unità). Al calo degli occupati nelle classi di età 15-34 anni e 35-49 anni (-1,7% e -1,4%, rispettivamente), continua a contrapporsi la crescita degli ultra 50enni (+5,3%).

Gli occupati crescono uniformi ma resta il nodo degli inattivi. Nel primo trimestre 2015, ininterrotta da quattro trimestri, prosegue la crescita del numero di occupati su base annua (133 mila unità, +0,6%). L’aumento dell’occupazione riguarda entrambe le componenti di genere (77 mila gli uomini e 55 mila le donne, in entrambi i casi +0,6%) e tutte le ripartizioni territoriali, in particolare il Nord (+0,6%, 71 mila unità) e il Mezzogiorno (+0,8%, 47 mila unità); in quest’ultima ripartizione oltre la metà della crescita interessa le donne (+1,3%, 27 mila).  Meno lineare è l’analisi sui dati degli inattivi. Se infatti è vero che nel primo trimestre 2015 prosegue il calo tendenziale del numero di inattivi tra 15 e 64 anni (-0,4%, -51 mila unità), ininterrotto da cinque trimestri. è altrettanto vero che la riduzione, diffusa sia tra gli uomini sia tra le donne, è dovuta soltanto alle persone con più di 54 anni a fronte della crescita di inattivi sia tra i 15-34enni sia tra i 35-54enni, in quest’ultimo caso soprattutto uomini.